Dopo aver spopolato in tutto il mondo, il fenomeno #Sarahah debutta anche in Italia. Nonostante possa rappresentare un pericolo per gli utenti più sensibili, in pochissimi giorni la #app ha raggiunto vette di popolarità davvero consistenti. Ma scopriamo di più sul fenomeno.
Sarahah. Cos’è?
#Sarahah è una applicazione che permette ai membri di scambiarsi messaggi mantenendo il totale anonimato, e la sua schermata è decisamente intuitiva, poiché tutti possono crearsi un account e tutti possono visionarlo. Lo scambio dei #messaggi invece, può avvenire anche tra semplici visitatori che possono decidere di rimanere anonimi o di pubblicare il link al rispettivo profilo.
Chi riceve i feedback potrà leggere i messaggi della sua schermata e potrà gestire da lì il suo profilo e le conversazioni.
Lo scopo iniziale della app
#Sarahah, che in arabo ha il significato di “franchezza”, è stata ideata e sviluppata dal saudita Zain al Abidin Tawfiq. Lo scopo iniziale del ventinovenne era quello di far sì che i suoi colleghi potessero comunicare con i capi dell’azienda mantenendo l’anonimato, ed evitando così ripercussioni. Il sito, il cui utilizzo era limitato ad appena 70 persone fino alla fine del 2016, è spopolato quando l’ideatore ha mobilitato delle sue conoscenze per generare una app, da qualche settimana disponibile sull’Apple Store e Google Play. Il successo di #Sarahah è stato consacrato quando la app ha oltrepassato i confini dell’Arabia Saudita, approdando prima in Egitto all’inizio di quest’anno, per arrivare poi in Canada, USA ed Europa, raggiungendo ben 14 milioni di iscrizioni.
Il rischio dell’anonimato
Nonostante il successo che #Sarahah ha riscosso su scala mondiale, in molti lanciano un appello che invita gli utenti ad utilizzare l’app con moderazione. Proprio il ‘vantaggio’ dell’anonimato, infatti, potrebbe favorire l’incremento di messaggi di odio, correndo il rischio di alimentare casi di violenza e addirittura #cyberbullismo: episodi che si sono già verificati su ampia scala in passato su social come Ask.fm o Whisper.
Tuttavia, Tawfiq ha pensato anche a questo: sono stati applicati dei filtri per le parole offensive, ed è stata introdotta la possibilità di bloccare gli utenti troppo molesti, avendo così la possibilità di scegliere con chi interagire. Dal canto suo, il ventinovenne saudita ha affermato durante un’intervista concessa ad un tabloid americano, che farà tutto ciò che è nelle sue possibilità affinché il clima di #Sarahah resti positivo il più a lungo possibile.