Se hai mai utilizzato il sito Youtube-Mp3.org, ora non puoi più farlo.

Ebbene si, uno dei maggiori siti da dove poter "registrare" musica da YouTube ha finalmente perso la sua lotta alla sopravvivenza, e le maggiori case discografiche si sono prese una piccola soddisfazione.

Ora il sito "illegale", il cui proprietario è il 26enne tedesco Philip Matesanz, ha ceduto il suo controllo a chi di musica ne sa e ne produce.

Dopo numerosissimi anni di lotta e di sensibilizzazione contro la pirateria la RIAA (Recording Industry Association of America), alla quale aderiscono le maggiori case discografiche americane che con la loro musica hanno segnato la storia, verrà in parte ricompensata.

Il giovane tedesco infatti dovrà pagare una sanzione, che si prospetterà sicuramente molto salata, ma soprattutto, cosa più importante dovrà ritirarsi dal settore.

La conquista più grande, infatti in questo caso, è proprio il fatto che il giovane non si potrà più rimettere a lavorare su altri siti simili in futuro.

Dopo un'accurato studio, condotto nel 2016 da parte della IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) cioè l'organizzazione che rappresenta l'industria discografica a livello mondiale, è emerso che milioni di adolescenti in età compresa dal 16 ai 24 anni hanno l'ormai abitudine di scaricare "illegalmente", attraverso questo sito e simili, semplici Mp3 dalla piattaforma di video condivisione più famosa la mondo, YouTube.

La lotta contro il sito "illegale" è ancora più aspra nel momento in cui la RIAA annuncia che oltre il 40% della musica illegale messa in circolazione sul web deriva proprio dalla responsabilità di YouTube-Mp3.org, che con la sua esistenza invita gli utenti del web, non troppo consapevoli, a violare il copyright in una delle più gravi forme esistenti.

Sul sito navigavano inoltre 60 milioni di utenti unici mensili.

Lo "streamripping" letteralmente significa infatti "stream = streaming, ripping = strappare", ma da oggi in poi sarà sempre più difficile "strappare" agli artisti, agli editori e alle case discografiche ciò che giustamente gli spetta.

La musica è amata da tutto il mondo e ogni essere umano ne ascolta almeno un po', forse non tutti sanno che dietro quelle canzoni ci sono mesi, anni di lavoro duro, dove sono coinvolte, a volte, anche decine e decine di persone che lavorano duramente per farci sognare.

Come diceva il motto di una famosa campagna contro la pirateria "Music Matters", la musica conta.