Lo scandalo “Cambridge Analytica” ha rimesso in discussione le certezze di Mark Zuckerberg e, per la prima volta dalla sua fondazione, Facebook rischia di attraversare un periodo di crisi dall'esito imprevedibile. Il popolare social network ha bisogno di cambiare pelle per rinnovarsi superando i problemi venuti a galla con lo scoppio della “bolla privacy” che vede oggi sul banco degli imputati la multinazionale americana con sede a Menlo Park. I dati personali sottratti a milioni di utenti sparsi per il mondo, i cui profili sono stati oggetto di illecito “tracking” a scopo statistico ed elettorale, potrebbero costare caro alla società del giovane imprenditore statunitense, costretto a scusarsi ufficialmente per gli errori commessi di fronte al Congresso federale degli USA.
Facebook a pagamento, il piano segreto di Zuckerberg
Intervenendo in audizione al Senato, l'amministratore delegato del gruppo che controlla anche WhatsApp si è mostrato possibilista rispetto all'ipotesi di superare in prospettiva il dogma della gratuità del suo “gioiello”, finora disponibile a costo zero per espressa volontà dello stesso ideatore. “La nostra missione è fornire un servizio alla portata di tutti” ha chiarito Zuckerberg rispondendo a una precisa domanda del parlamentare Orrin Hatch in merito agli scenari futuri che attendono il social network dall'icona blu, senza smentire le dichiarazioni del COO Sandberg alla tv NBC su una possibile versione a pagamento del programma ideata per consentire “una disattivazione al livello più alto” dei dati altrimenti utilizzabili per pubblicità mirate.
Arriva la versione a pagamento di Facebook?
Si tratterebbe di una svolta storica, in qualche modo imposta dagli sviluppi dolorosi del caso “Cambridge Analytica” e destinata a stravolgere almeno in parte la natura del prodotto: l'opzione base sarà sempre gratis, mentre gli utenti che avranno più a cuore la privacy potranno fare una scelta diversa pagando qualche euro per mettere al sicuro i dati lasciati online.
Cosa bolle in pentola a Menlo Park? Ancora, stando alle indiscrezioni filtrate sulla stampa americana e intenazionale in queste ore, nessuna decisione è stata presa dallo staff di Zuckerberg riguardo alla paventata trasformazione della piattaforma del social network. Ma il timore degli utenti di vedersi prima o poi tolto di mano il giocattolo adesso sembra più che giustificato.