Facebook ha cominciato da oggi a inviare le notifiche a quei profili italiani che sono stati violati, ovvero i cui dati sono stati utilizzati senza permesso da Cambridge Analytica avvertendoli del problema che hanno subito senza saperlo. Il colosso social ha specificato che la maggior parte degli utenti colpiti si trova in America, per una cifra di oltre 70 milioni di persone spiate. In Europa gli utenti coinvolti nello scandalo sono “solo” 3 milioni mentre altri due milioni riguardano le Filippine e l’Indonesia. Ma si sono registrati casi di violazione di dati anche in Canada, Messico, Brasile, India, Australia e Vietnam.

Facebook non solo comunicherà la violazione per quanto specificherà quali app usano i dati personali dando agli utenti la possibilità di cancellarle immediatamente.

I profili spiati da Cambridge Analytica in Italia e l'app che ha generato la violazione

Anche in Italia il numero dei profili Facebook violati è molto alto: sono 214 mila persone quelle ad essere state interessate dallo scandalo Cambridge Analytica. L’applicazione che avrebbe creato tale falla, capace di rubare informazioni personali e gusti degli utenti, sarebbe 'ThisIsYourDigitalLife', di Aleksandr Kogan. Ma solo 57 sarebbero stati gli utenti che avrebbero utilizzato tale app. Eppure il solo fatto che l’abbiano aperta ha fatto si che l’applicazione potesse entrare in possesso anche dei dati degli amici di tali utenti.

Quindi nessuno più sentirsi “al sicuro” perché basta essere stati nella lista di amici di questi “incauti” utilizzatori del social, per poter essere stati spiati.

La dichiarazione di Mark Zuckerberg: "Sono responsabile ma imparo dai miei errori"

Durante la conferenza stampa indetta dallo stesso colosso social, l’ideatore e proprietario di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato che non abbandonerà il timone della società.

Ed ha precisato, come riporta AdnKronos: "Credo fermamente che nella vita tutti possano commettere errori. L’importante è imparare da essi e andare avanti” . Quando gli è stata fatta la domanda per sapere se qualcuno che lavora in Facebook fosse stato licenziato a causa dello scandalo ha invece risposto: “Non è giusto licenziare qualcuno per gli errori che sono stati commessi in primis da me”.

Ricordiamo che la Cambridge Analytica ha usato i dati raccolti dai profili Facebook per influenzare le campagne elettorali a favore dei propri clienti, in America in particolare a favore del Presidente eletto Trump.