Lo hanno annunciato nell'ufficiale Google safety and security blog David Monsees e Marlo McGriff, product manager rispettivamente per Search e Maps del colosso di Mountain View. La nuova feature verrà rilasciata nelle prossime settimane. Consentirà all'utente di decidere se i dati relativi alla sua attività web e geolocalizzazione siano cancellati automaticamente dopo un determinato periodo di tempo - 3 o 18 mesi.

Cosa cambia

Aumenta il controllo dell'utente sui dati che genera, in primo luogo, perché gli viene offerto un dispositivo semplice e automatico per assicurarsi che essi non vengano conservati dalla piattaforma a tempo indeterminato.

Al momento, l'unico modo per farlo è cancellare manualmente i dati a cadenza regolare, processo elaborato e che richiede una costante attenzione. In secondo luogo, perché l'annuncio segnala un mutamento di rotta nell'approccio di Google alla privacy: nell'agosto del 2018, un'inchiesta di Associated Press aveva rivelato come alcune applicazioni e servizi dell'azienda continuassero a raccogliere informazioni sulla geolocalizzazione anche quando l'utente la disattivava.

Come fare? Dalla home del proprio account Google, si accede alla sezione "dati e personalizzazione", e da questa a "le mie attività". Qui, secondo la demo/preview rilasciata il 1 maggio, comparirà la nuova feature.

Reazioni

L'annuncio è stato salutato dalla maggior parte delle testate come un incoraggiante passo del gigante del web verso valori quali la trasparenza e il rispetto della privacy.

Nel suo ventunesimo anno di esistenza, l'azienda di trova attualmente sotto pressione da parte del Congresso americano, dove lo stesso CEO Sundar Pichai è stato chiamato a testimoniare lo scorso dicembre. I legislatori USA stanno considerando nuovi provvedimenti sulla protezione dei dati personali, e probabilmente Google mira a lanciare un messaggio rassicurante sulla sua affidabilità.

Tuttavia, un certo scetticismo rimane, soprattutto tra gli esperti del settore. Già nel caso dello scandalo sopra nominato, Google aveva dichiarato politiche di non raccolta dei dati che erano in seguito state rivelate non corrispondere alle sue reali pratiche.

Inoltre, l'estensione della nuova feature è limitata, dal momento che riguarda solo "Location History" e "Web & App Activity".

Il post ufficiale lascia intendere che essa verrà in seguito estesa ad altre categorie di dati, ma si tratta di un accenno estremamente vago che, come è stato fatto notare da Jon Brodkin per Ars Technica, non specifica nessuna di queste categorie (ad esempio, la cronologia delle ricerche e delle visualizzazioni YouTube, o le registrazioni vocali delle richieste al Google Assistant).