Il mercato delle torri di trasmissione in Italia è attraversato da un forte fermento. La rinuncia di Ei Towers, società controllata indirettamente da Mediaset, all'offerta di acquisto di Rai Way, volta al controllo di circa 2.300 torri, non muta lo scenario in atto, che prevede nell'immediato futuro nuovi passaggi di proprietà. Ad inizio marzo, infatti, la spagnola Abertis ha chiuso con Wind l'accordo per l'acquisto di 7.377 torri dell'operatore telefonico di proprietà della russa Vimpelcom per un corrispettivo di 693 milioni di euro. Il gruppo spagnolo, prima di arrivare a trattare in via esclusiva con Wind, aveva vinto la concorrenza di altre società interessate, tra cui la stessa Ei Towers, a cui il prezzo finale era sembrato troppo alto. E non si può escludere che Ei Towers, sfumati gli acquisti delle torri Wind e di quelle di Rai Way, stia guardando adesso alla vendita delle torri, circa 11 mila, da parte di Telecom Italia, che non ha fatto mistero di voler approfittare dell'interesse che c'è in questo momento in Italia nei confronti delle torri.

Il punto è, d'altra parte, che mentre negli altri paesi il mercato delle torri si è andato consolidando come un mercato distinto da quello delle tlc, con poche società proprietarie delle torri, che vengono gestite in affitto ad operatori telefonici e televisivi, in Italia c'è una forte frammentazione, con circa 58 mila torri presenti sul territorio e divise tra Telecom, Vodafone, Wind, H3G, Abertis, Mediaset (2.700) e Rai (2.300), con l'ulteriore divisione tra queste ultime due che, oltre a contendersi il mercato televisivo, si appoggiano su due reti infrastrutturali diverse, l'una attraverso Ei Towers, e l'altra attraverso Rai Way. E' possibile immaginare quindi un percorso volto alla riduzione di questa frammentarietà con la confluenza di un numero sempre maggiore di torri verso un unico soggetto interessato al business dell'affitto degli spazi alle società operanti in tutti i mercati che necessitano di questo tipo di infrastrutture.