Quella che sembrava una pioggia di meteoriti è poi risultato un unico bolide di qualche metro di diametro e dal peso stimato di una cinquantina di tonnellata. La disintegrazione è avvenuta nei cieli sopra la regione di Chelyabinsk (intorno alle 9,22 dell'ora locale, equivalente alle 4,22 italiane) ad un'altezza tra i 30 e i 50 km nell'atmosfera terrestre; il governatore della regione ha riferito che l'esplosione ha danneggiato 3mila edifici, tra questi vi sono 361 scuole e 34 strutture ospedaliere.
Quasi un migliaio sono le persone rimaste ferite, fra queste molti bambini, perlopiù in conseguenza alla frantumazione dei vetri degli edifici dovuta all'onda d'urto causata dall'esplosione del grosso meteorite, sei le città colpite maggiormente.
Valdimir Putin, presidente russo, si è detto molto preoccupato per la situazione negli Urali chiedendo l'intervento sul posto di un gruppo di specialisti della Protezione civile, per valutare i danni e poter prestare tutto il soccorso di cui potrebbero avere bisogno la gente colpita; ha inoltre criticato il sistema di monitoraggio di tali eventi, non ritenuto del tutto efficace aggiungendo che quanto avvenuto "ci deve interessare non dal punto di vista astronomico, pure importante per gli specialisti, ma da quello del sistema di allerta della popolazione su tali fenomeni".
A seguito alcune dichiarazioni a caldo di altre autorità russe interpellate sulla situazione; Colonnello Yaroslav Poshiupkin, portavoce della regione militare degli Urali: "il cratere sarebbe di 6 metri di diametro sul ghiacciodel lago Cherbakul ".
Vladimir Zhirinovsky, leader del Partito liberaldemocratico: "non si è trattato di una meteorite, ma di un test di armi americane". Dmitri Medvedev, primo ministro russo: "è la prova che non solo l'economia è vulnerabile, ma l'intero pianeta".