Secondo una recente ricerca condotta negli Stati Uniti, i topi di biblioteca hanno buone probabilità di restare giovani più a lungo. Se per evitare che il corpo ceda bastano la corsa e la palestra, l'abitudine a sfidare il cervello con attività stimolanti riduce il rischio di qualsiasi cedimento cognitivo.
Le conclusioni derivano da una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago, che ha monitorato attraverso una batteria di test le attività di pensiero e di memoria di 294 soggetti in età avanzata. La ricerca ha avuto una durata di sei anni e si è svolta mediante la somministrazione ai soggetti volontari di questionari sulle loro abitudini di lettura e scrittura durante la giovinezza, l'età adulta e la terza età.
Quando i pazienti sono morti, i ricercatori, mediante autopsia, hanno svolto delle indagini per identificare eventuali segni fisiologici di demenza (lesioni, placche e grovigli neurofibrillari). I soggetti abituati a svolgere grandi quantità di attività intellettive hanno mostrato un tasso di declino cognitivo più lento del 15% rispetto a chi è meno abituato a leggere e a scrivere. Mantenere un alto ritmo di lettura in età avanzata ridurrebbe il declino della memoria del 32% rispetto alla norma.
Come riferisce Patrizia Spadin, Presidente di AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer): "La ricerca ci conferma che quello che istintivamente i familiari mettono in campo con i loro cari malati di Alzheimer funziona davvero nell'ostacolare la progressione della malattia.
Certo, l'attività "formale" di riabilitazione cognitiva conduce a risultati misurabili e provati. Ma anche trovarsi con gli amici, fare una passeggiata o una nuotata, leggere un buon libro, fare le parole incrociate e mangiare sano, oltre a influire positivamente sul tono dell'umore, danno beneficio alle cellule cerebrali e quindi alla mente. Per chi si sente impotente davanti ad una malattia così devastante come la demenza, è fondamentale sapere di avere anche queste armi nella battaglia contro il deterioramento cognitivo".