C'è un nuovo trend sul web, è la moda dei decaloghi. Compaiono ovunque: su testate online, anche rinomate, o blog personali per poi rimbalzare tra gli utenti con il passaparola dei social network.

Il titolo è sempre ammiccante e promette di svelare, in 10 (o più) semplici mosse, come vivere meglio o ottenere successo nei campi più disparati, ma anche solo affermare una tesi: dalle 10 cose da non fare mai al primo appuntamento alle 10 cose da sapere prima dei quaranta, dalle 10 ragioni per cui le donne non dovrebbero più chiedere scusa, fino alle 20 cose che fanno di un uomo un gentleman.

A seconda del tema potremmo cercare di catalogarli e riconoscere diversi tipi di decaloghi.

Relazionali: il tono è spesso ironico, a volte cinico e non sempre "politically correct", prendono spunto dalle relazioni interpersonali in cui tutti possono riconoscersi: i rapporti di coppia, il diventare adulti, il rapporto genitori-figli ma anche le relazioni al lavoro. A volte non danno veri e propri consigli ma puntano più a suscitare identificazione e sollievo.

Generazionali/di genere: cosa impari a 30, 40 anni. Cosa dovrebbe sapere ogni donna/uomo. Provocano identificazione con il gruppo d'appartenenza, strappando un sorriso.

Pragmatici: una variante anche molto diffusa ha un'impronta più pragmatica e si avvicina più alla manualistica spicciola, come ad esempio "come diventare ricchi in 20 mosse".

E così anche Youtube pullula dei così detti "tutorial" in 10 (o più) mosse. Non tutti questi consigli sono o saranno utili nell'immediato (da come girare un film a come imparare la danza tradizionale tahitiana), ma comunque potrebbero esserlo in futuro a giudicare dalle visualizzazioni.

Ed è una moda che ha preso di mira anche personaggi famosi, al cui proposito circolano innumerevoli decaloghi per accendere la curiosità del pubblico: "Dieci cose che non sai su…" o "I dieci segreti di bellezza di…" enunciati nel corso di interviste o addirittura pubblicati in libri di successo.

Anche Steve Jobs ha ispirato innumerevoli manuali, tra i quali quello del giornalista americano Micheal Essany, pubblicato a meno di un anno dalla morte del fondatore della Apple: "Steve Jobs: Ten Lessons in Leadership".

C'è poi il mondo del cinema e della televisione. "10 things I hate about you", commedia romantica statunitense di fine anni 90, film cult per gli adolescenti di tutto il mondo, il cui titolo è ispirato alla Bisbetica Domata di Shakespeare.

Tra i protagonisti un giovanissimo Joseph Gordon-Levitt (attore di "500 giorni insieme" e recentemente attore e regista di "Don Jon", con Scarlett Johansson), è diventata, dieci anni dopo, una serie tv di successo. 10 erano invece i giorni necessari a Kate Hudson in " How to loose a guy in 10 days", in Italiano: "Come farsi lasciare in 10 giorni". Anche da noi, in Italia, film come "10 regole per fare innamorare", commedia del 2012 diretta da Cristiano Bortone interpretato da Vincenzo Salemme cavalca l'onda del decalogo.

Forse è la nascita di un nuovo filone, una tendenza a cercare di catalogare la realtà in un mondo dello spettacolo e dell'informazione complesso ed eterogeneo. Una soluzione facile e veloce, una selezione già pronta e confezionata per guidare un pubblico sempre più disorientato e con sempre meno tempo.