Quest’anno un ristorante su quattro non servirà il classico piatto a base di agnello per il pranzo di Pasqua. A rivelarlo è la FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi. E il “problema” non è certo la crisi che induce gli italiani a risparmiare, visto che il numero di famiglie che celebrerà la ricorrenza concedendosi il pasto fuori casa è in aumento. Si registra infatti un buon 1,5% di clienti in più rispetto al 2016, ben 3,7 milioni di persone che riempiranno ristoranti e trattorie. La gita di Pasqua resta quindi un must, ma la tradizione alimentare tende a vacillare.

Si preferiscono menù biologici, possibilmente a filiera corta e, soprattutto, si tende a seguire o a simpatizzare con stili di vita green e vegan friendly.

Triplica il numero di vegan in Italia

A confermare questa svolta è anche il Rapporto Eurispes del 2017 che quantifica in quasi due milioni gli italiani che hanno abbandonato la carne e tutti i prodotti di origine animale. Un bel salto che vede triplicare questa tendenza rispetto al 2016. In effetti è da diversi anni che il veganismo è in continuo e inarrestabile aumento. Le motivazioni non sono soltanto relative ad un cambiamento del gusto o ad una ricerca salutista, ma hanno forti radici etiche, ecologiche e a volte politiche. Anche nelle università, infatti, si dibatte e si comincia a considerare l'antispecismo, che rifiuta la scontata superiorità umana rispetto a tutti gli altri animali.

Per molti, quindi, rinunciare alla tradizione, anche all’agnello di Pasqua, non è certo un sacrificio, ma una sorta di liberazione che consente finalmente di uscire allo scoperto e dichiarare apertamente le proprie scelte. L’agnello è molto più soddisfacente vederlo vivo e vegeto, soprattutto a Pasqua, senza contare che i menù alternativi sono numerosi, ricchi e ricercati.

Basta scorrere in rete per trovarne a centinaia. Anche in questo caso si sconfessa la vecchia e ormai superata tradizione che identificava il veganismo in una scelta sacrificata, sciapa e triste. E allora via libera alle nuove opzioni cruelty free, presentate anche da molti vegan chef, come le Crespelle di primavera, il Seitan al ginepro, il Tortino vegan di carciofi.

Cambia menù

La responsabilità di questa strana inversione di tendenza è forse imputabile ai gruppi e alle associazioni animaliste? Forse. Anche perché sono sempre più organizzate e originali. LAV, per esempio, ha dato vita, in numerose piazze d’Italia, ad un flash mob intitolato “LET IT BEEE – Lascialo vivere, cambia menù!” riferendosi proprio al belato dell’agnello di Pasqua e al relativo menù.