Dal 18 al 22 maggio 2017 a Torino, presso il Lingotto Fiere, si è tenuto il Salone Internazionale del Libro. La manifestazione, quest'anno, è risultata ancora più gradita rispetto alle precedenti, non solo per la conferma di un appuntamento culturale nato inizialmente senza finalità commerciali ma puramente divulgative, ma anche perché, come 30^ edizione, ha rappresentato una linea di demarcazione rispetto alla Fiera di Milano che ha un po' deluso le aspettative.

Torino, dove la cultura è di casa

Il capoluogo piemontese, nel quale si respira ancora il lascito della monarchia sabauda, rappresenta una sede indubbiamente elegante ed accogliente.

Giovedì 18 maggio, il taglio inaugurale del nastro è avvenuto in presenza, tra gli altri, del presidente del Salone Massimo Bray, della sindaca della città torinese Chiara Appendino, del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, del presidente del Senato Pietro Grasso, del Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli e del collega ai Beni Culturali, Dario Franceschini. All'inaugurazione ha preso parte anche la cittadinanza e la stampa.

Per tutti, il punto fermo rimane il messaggio intrinseco che il Salone vuole portare e far trasparire all'esterno: la Cultura non deve fermarsi alle apparenze statistiche, quelle dell'Istat, secondo cui il cittadino medio non sarebbe un lettore attivo, ma dev'essere fonte di ispirazione ed emancipazione in grado di aiutare il dialogo, perché per essere definita Cultura, essa stessa deve andare oltre il confine dell’accessibilità e dell'elitarismo, in modo che il cittadino stesso possa rendersi partecipe nel considerare la Cultura come parte di un tutto in cui anch'egli è presente.

Di buon auspicio, dunque, la presentazione da parte di Franceschini del progetto inerente una nuova legge sullo spettacolo, che punti ad ampliare gli aiuti alla filiera - per il momento destinati solo ai settori del cinema, della prosa, della lirica - fino al libro, per accrescere quel bisogno interiore che funga da "pausa esclusiva" dal mondo frenetico in cui viviamo, e adoperarsi per un "consumo culturale" per cui vale la pena senz'altro collaborare.

Cinque giornate per dire che il Salone del Libro non è solo una fiera, ma uno spazio in grado di ospitare incontri, autori, dibattiti, degustazioni, come la nuova Gastronomica "per parlare e leggere di cibo", oppure Babel riservato alla letteratura internazionale, o ancora il BookStock Village che ha ospitato mostre e installazioni come quella per i libri tattili (LIS, lingua dei segni) che raccontano senza suoni, o gli audiolibri che, con le parole, codificano il braille per le persone non vedenti.

Ma c'è di più perché il Salone, quest'anno, ha invaso la regione con una serie di eventi-Off, stringendo legami con il nuovo festival Narrazioni Jazz (dal 17 al 21 maggio), e con l’appuntamento teatrale Fringe Festival (dall’11 al 21 maggio). Salone anche fuori dal salone, dunque, per cercare di coinvolgere tutti.

Oltre il confine: il libro profugo iracheno

Coinvolgere tutti, persino i profughi scappati dai bombardamenti in Kurdistan ed Iraq, in Siria, in Libano, in Turchia. E, banalmente, li si coinvolge salvandoli e parlando di loro, come si è riuscito a fare con un manoscritto sacro risalente al XV secolo, il libro profugo "salvato dalla devastazione dell’Isis in Kurdistan (...) era conservato nella Chiesa della Vergine Maria di Qaraqosh".

Il testo è stato messo in salvo in diverse occasioni: prima da un vescovo che, pragmaticamente, prima dell’invasione e della distruzione da parte dell’Isis lo aveva nascosto in un sottoscala della Chiesa. In seguito è stato inviato in Italia ed esposto al Salone, da dove verrà successivamente trasferito all’Istituto Centrale del Mibact per il suo restauro, ed infine riconsegnato al vescovo di Mosul. La storia del libro è ora documentata grazie ad un progetto di realtà virtuale messo a punto dalla città di Cuneo e Torino, dalla Siti (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione), la SDIS (Alpes de Haute-Provence), e soprattutto dalla Prodige che, grazie al contributo dell’Unione Europea, mira a "rafforzare la collaborazione tra le autorità italiane e francesi preposte alla gestione delle emergenze: protezione civile e vigili del fuoco".

Abbiamo incontrato allo stand Francesco Moretti, il ricercatore della Siti che si è offerto volontario per andare a raccogliere testimonianze fotografiche a Qaraqosh. Le immagini sono state montate per realizzare un virtual tour realistico della Chiesa che ospitava il libro, che si può osservare tramite cardboard (visore mobile in cartone, ndr.) al Salone (stand S143 pad. 3). Gli abbiamo chiesto come sia nato il progetto:

"Il progetto nasce dalla Prodige, di cui Siti è partner, per cui sono state acquisite varie tecnologie tra cui anche fotocamere 360, in particolar modo il progetto di protezione civile, in cui praticamente si creano degli scenari gaming in cui l’ambiente reale viene riprodotto virtualmente e i dati vengono acquisiti mediante la tecnica fotogrammetrica o con il laser scanner, poi le due cose possono essere combinate, fino a riprodurre l’ambiente virtuale dove, in seguito, l’operatore di protezione civile può entrare in modo che, qualora venga simulata una crisi, può agire per risolverla".

Ecco, invece, il punto di vista di Francesco Moretti: "Mi sono offerto volontario per andare a prendere immagini 360 con una semplice fotocamera Samsung. Sono stato in Iraq una settimana grazie alla collaborazione che si è sviluppata tra la Focsiv e la Siti, in quanto oltre a lavorare nell'ambito della sicurezza del territorio, ci occupiamo anche di beni culturali e, in questo caso, si parlava del libro profugo presente in Qaraqosh e scampato alla devastazione dell’Isis. Durante il periodo di permanenza sono stato anche a Erbil (città curda dell’Iraq, ndr.), città che attualmente è sicura e dove ci sono anche i commando militari, e dove ho avuto l’occasione di visitare la cittadella che è patrimonio dell'Unesco.

A Qaraqosh ho potuto notare come agisce l’Isis nel momento in cui conquista una città: tende a distruggere tutto ciò che può essere considerato di importanza culturale, prima raccogliendo e poi bruciando tutto. Affianco alla devastazione dell’Isis, c’è anche quella degli americani: qualora riconoscessero una struttura come luogo di raduno dei militanti Isis, la bombarderebbero. Attualmente la città, che pian piano si sta ripopolando, è sotto il controllo della NPU, che potremmo definire quasi un’istituzione paramilitare irachena che, però, da quanto ci diceva il generale presente sul luogo, è abbastanza preoccupata perché si teme che l'area possa ricadere in mano all’Isis".

Oltre il confine del terrorismo, dunque, per la Cultura.