La famosa libreria Paravia, con sede in Piazza Vincenzo Arbarello 6, angolo via Bligny a Torino, ha esalato l'ultimo respiro il 28 dicembre 2019, ma ha dato l'annuncio sulla sua pagina Facebook solo nelle scorse ore. La libreria era la seconda più antica d'Italia, ma questo non è bastato a salvarla dalla crisi delle vendite. Nata nel 1802, dopo essere stata per decenni un vero e proprio punto di interesse per i cittadini torinesi ma anche per i turisti, i proprietari si sono visti costretti a chiudere l'attività, in quanto le vendite online a prezzi scontati e con consegne a domicilio stavano diventando un problema.

Non è il primo caso e non sarà di certo l'ultimo, ma la condizione in cui si trovano molte attività al giorno d'oggi merita di essere considerata. Tra maxi-sconti online e la mancanza di una legge che le tuteli, molte librerie rischiano di fare la stessa fine di quella torinese, nonostante il prestigio e la storia che le caratterizza.

La storia della libreria

Come riportato sulla pagina Facebook dei gestori, la libreria ha una storia lunga e molto interessante. Nel 1802 Giovanni Sebastiano Botta rilevò l’attività insieme a Francesco Prato e G.B. Paravia e la rese un punto di riferimento per la ricerca di varie tipologie di testi. Nel 1863, Innocenzo Vigliardi aprì succursali a Milano, Firenze e Roma e spostò la produzione all’interno della Stamperia Reale di via dell’Arsenale, trasferendo la libreria negli ampi locali dell’attuale via Garibaldi 23.

Nel 1945 la libreria di via Garibaldi venne venduta alla LIR (Librerie Italiane Riunite), che ne mantenne alto il prestigio e il nome. Successivamente l’azienda venne data in gestione a librai meno esperti, portando a una perdita di fiducia da parte di clienti e fornitori. Nel 1979 la LIR offrì in gestione la libreria a due giovani, Giuseppe Calarco e Paolo Carretta, allora molto conosciuti nell’ambiente editoriale torinese.

Grazie al loro duro lavoro, i due contribuirono ad arricchire l’assortimento di titoli disponibili in libreria e il punto vendita tornò ad essere fra i primi di Torino, ragione che indusse i due soci e rilevarne la proprietà mantenendo il nome di Libreria Paravia.

Il decennio successivo segnò il definitivo consolidamento della libreria nel panorama librario torinese.

Nel 1990 Paolo Carretta cedette la quota della società, lasciando come unici proprietari Giuseppe Calarco e la moglie Antonia Maria Giambra, che mantennero il prestigio acquisito. Dal 2004, le figlie Sonia e Nadia, decidono di proseguire la tradizione di famiglia entrando a far parte della società, forti dell’esperienza maturata negli anni precedenti a fianco del padre. Nel dicembre 2014 la libreria trova una sede alternativa trasferendo definitivamente la sua attività in Piazza Arbarello.

La mancanza di leggi salva-librerie è il vero problema

"Sta cambiando il mondo e non saremo di certo noi a cambiare il progresso, solo non potevamo resistere ancora". Questo uno dei commenti delle giovani proprietarie della libreria, che evidenziano una forte propensione dei lettori ad acquistare sempre più frequentemente i Libri online.

Sonia e Nadia Calarco tengono a precisare che la colpa non è di Amazon o altre compagnie simili, ma piuttosto del modo degli italiani di fare acquisti.

Infatti la gente preferisce comprare merce nella comodità della propria abitazione, senza toccare con mano i prodotti, lasciando ad altri il compito della consegna, ma questo non solo per quanto riguarda i libri o le riviste.

Altro grave problema è la mancanza di una legge che tuteli le piccole e medie imprese, schiacciate inevitabilmente dagli sconti esagerati dei grandi colossi di Internet. Si vociferava di una legge salva-librerie nel luglio 2019, già approvata dalla Commissione Cultura della Camera, che puntava alla riduzione degli sconti massimi applicabili sui libri, mai messa purtroppo in pratica. Non a caso sono tante le librerie che sono state costrette a chiudere negli ultimi 5 anni: si contano circa 2.300 attività, tra le quali vanno ricordate la “Libreria del Viaggiatore” a Roma, chiusa lo scorso dicembre, e la storica “Domus” a Cosenza, chiusa circa un anno fa.

Il post delle proprietarie della libreria

Nel post di commiato pubblicato su Facebook le due proprietarie della libreria Paravia hanno voluto ringraziare i clienti, gli autori e gli editori che hanno sostenuto l'attività durante il corso degli anni. Gli abitanti della città di Torino e non hanno commentato commossi, ringraziando tutti coloro che hanno lavorato nel negozio per la cortesia e la gentilezza avuta nel corso degli anni, dimostrando ulteriormente l'importanza dell'attività e la sua storicità.