A furia di essere prezzemolina Selvaggia Lucarelli finisce nelle "risse" sui social anche quando non c'entra niente e questa volta si accapiglia niente di meno che con Christian De Sica vestitosi per l'occasione da avvocato difensore. Ma andiamo con ordine.

Succede che pochi giorni fa Selvaggia Lucarelli sia al Teatro Franco Parenti di Milano per partecipare alla presentazione del libro di Emis Killa mentre in una sala attigua c'è l'attore Toni Servillo per uno spettacolo su Molière. A un certo punto fuori dal Teatro Parenti Toni Servillo viene avvicinato da un giornalista che lavora per il sito di Roberto D'Agostino Dagospia: vorrebbe intervistarlo ma Servillo gli risponde che non fa foto e non vuole essere associato a quel sito o a persone come Emis Killa o Selvaggia Lucarelli che tra l'altro non conosce.

Interviene il la giornalista Viviana Musumeci che sul suo profilo Facebook "rimprovera" Servillo di aver avuto un comportamento spocchioso nei confronti di altre persone e non sarebbe neanche la prima volta! A questo post arriva la risposta di Christian De Sica che - non si capisce bene come mai - si sia tirato in causa modello Perry Mason della situazione in difesa di Tony Servillo. Inizia così il botta e risposta fra De Sica e la Musumeci:

De Sica: afferma che Servillo è tutto e gli altri niente, che sono stufi dei maleducati

Musumeci: chiede spiegazioni a De Sica riguardo alla sua affermazione. In fin dei conti loro sono personaggi pubblici sempre sotto i riflettori, e non voler essere accomunati a persone che in quel momento nello stesso posto stanno avendo più pubblico di te risulta essere da rosiconi.

De Sica: figuriamoci se Servillo rosica...

"è quella mezza calza" (la Lucarelli) che continua a fare un mestiere che non le appartiene.

A questo punto apriti cielo: Selvaggia Lucarelli - che come sappiamo non le manda a dire - apre il fuoco incrociato su Facebook proprio contro colui che le ha dato della mezza calzetta e contro Tony Servillo del quale si limita a dire che si conferma per quello che è: grande ma antipatico attore.



Nei confronti di colui (De Sica) che dall'alto del suo bon ton (da cinepanettoni) giudica lei e Killa maleducati e rumorosi invece non si risparmia: "come è noto ha fatto del bon ton la sua ragione di vivere, è noto per essere sobrio e garbato" - ricordando fotogrammi o scene di De Sica che tira fuori cellulari dal didietro di un tacchino - "immagini squisite citate di frequente da Von Trier quando spiega quale Cinema visionario gli sia di ispirazione".

Alla Lucarelli non va proprio giù di essere stata chiamata mezza calza e controbatte dicendo che - figlia di casalinga e amministratore di quartiere - si mantiene da quando aveva 19 anni sudandosi tutto quello che ha ottenuto mentre lui, che si permette di nominarla in quel modo, dovrebbe solo pensare alle porte che ha trovato aperte proprio grazie al suo cognome. L'unico dovere? Imparare per i suoi cinepanettoni battute fini come "L'uomo, che essere meraviglioso: una bella pisc*ata, una bella ca**ta e ti riconcili con il Creato!". La Lucarelli non si risparmia fino alla fine facendo presente a De Sica che per sua fortuna non gli hanno dato il carcere duro dopo aver girato Natale in India: "sia più indulgente con chi commette peccati veniali".