Così come era prevedibile il Terremoto non fa più notizia. In un incontro con i cittadini di Arquata del Tronto sfollati a San Benedetto del Tronto, il Commissario Straordinario Vasco Errani li ha invitati a "farci l'abitudine". Per fortuna però ci sono programmi che si occupano ancora delle popolazioni che hanno subito la violenza del terremoto del 24 agosto, e poi del 30 ottobre 2016, ricordandoci che se per noi questa ormai è una "notizia vecchia", per altri è una drammatica quotidianità con cui fare i conti ogni giorno.

La puntata di "FuoriRoma" del 21/11/2016

Concita De Gregorio conduce ogni lunedì sera, in fascia preserale, un interessante programma di approfondimento su Rai Tre che si intitola "FuoriRoma". Se nelle prime puntate ci ha raccontato le realtà di piccoli paesi, dei loro sindaci, della loro ordinaria amministrazione, era inevitabile che la sua attenzione si appuntasse, da settembre in poi, sui comuni colpiti dal terremoto. Dopo essere stata a Rieti, nella puntata di ieri è tornata ad accumoli. Accumoli è stato, con Arquata e Amatrice, uno dei borghi più colpiti dal sisma del 24 agosto, contando anche delle vittime. Il sindaco Stefano Petrucci, che oggi, insieme alla sua gente vive in un albergo a San Benedetto, ha raccontato il modo in cui lui e la sua comunità hanno affrontato questi ultimi difficilissimi mesi.

Sacro e profano

La trasmissione non ha seguito solo Petrucci, ma anche Padre Marino, frate francescano che risiede nel Monastero di Fonte Colombo, e Gianfranco Castelli, titolare del salumificio SANO che si trova poco distante da Amatrice.

Il quadro che è emerso è quello di un singolare contrapporsi di sacralità profonda, che è quella che permea i territori di Lazio, Marche e Umbria attraversati dal Poverello di Assisi, e di smarrimento profano davanti ad un evento inspiegabile. San Francesco ha lasciato tutto e l'ideale di vita che ha promosso è di povertà.

Oggi c'è gente che non ha più nulla, ma non per sua volontà, e lotta disperatamente per riconquistare qualcosa.

Abbiamo bisogno di aiuto

Le parole del sindaco Petrucci, visibilmente commosso, sono molto chiare. Lui, i suoi bambini, i suoi concittadini, desiderano tornare ad Accumoli, ma da soli non ce la possono fare. Nessuno ce la può fare, nemmeno Castelli che sta lottando per tenere aperto il suo stabilimento ma ha intorno solo macerie.

Sono le istituzioni che devono fornire il sostegno, anche economico, necessario, altrimenti i sindaci saranno costretti a riconsegnare le loro fasce tricolori perchè impossibilitati a proseguire il loro già arduo compito.

Così conclude la De Gregorio: "Il tempo passerà e saremo tutti indotti a pensare ad altro, come sempre. Alcuni però, i tanti che vivono qui, non potranno più pensare a niente altro che a questo" e chiosa Petrucci, citando i suoi stessi figli "staremo ad Accumoli, per forza, perché non possiamo abbandonare il nostro territorio".