Secondo episodio della quarta serie de i "Delitti del BarLume". intitolato "La Loggia del cinghiale" tratto dai romanzi del pisano Marco Malvaldi il fisico-narratore che edita per Sellerio. Lo abbiamo visto su Sky go in anteprima ed abbiamo apprezzato la capacità del regista italiano Roan Jhonson che oltre ad essere un regista ben visto ed apprezzato anche dalla critica - Piuma del 2016 è stato selezionato a Venezia - è anche uno scrittore: il suo "Prove di felicità a Roma Est (Einaudi)" ha vinto il Premio Berto. Questa capacità di tenere insieme colto e popolare non è solo una capacità del regista anglo-materano ma anche del protagonista della serie: il barista-matematico Massimo Viviano detto "bimbo" dalla sua utenza geriatrica.

Mentre Massimo si fa invischiare dai "bimbi" in un addio al celibato all'isola dei gabbiani sotto la giurisdizione salace della Loggia del cinghiale accade l'omicidio dell'impiegato di banca della Mps locale. Massimo è al limite delle sue capacità vitali: prende psicofarmaci, sta fallendo con il bar ed è in lotta sempiterna con la Tizzy, la sua ex interpretata da Enrica Guidi.

In tutto questo baillamme la commissario Fusco (Lucia Mascino) è ritornata in sella ed indaga tutta la brigata bucolica. Il finale lo lasciamo agli aficionados ricordando che ci sarà alla fine un cambiamento sostanziale nei ruoli. La serie - una produzione di Sky Cinema Italia - ci conferma nell'idea che basterebbe solo un po' di volontà per fare anche in Italia buoni prodotti di intrattenimento.

C'è tutto: i testi, i registi, gli attori. L'importante è non scimmiottare prodotti americani di moda. Il Barlume infatti è un tipico microcosmo italiano di BarSport costiero con la storia d'amore contrastata ed il controaltare del coro greco formato da Aldo (Massimo Paganelli), Gino (Marcello Marziali), Pilade (Atos Davini) ed Emo (Alessandro Benvenuti). Massimo li chiama la confraternita dell'uretra, ma gli anziani anche nella fiction fanno la differenza con la loro curiosità morbosa.