Sono tante le sfide Mediaset sul fronte contenziosi. Non solo la lunga battaglia legale contro la società francese Vivendi, guidata dall'oramai nemico Vincent Bollorè, ma anche contro i siti pirata, colpevoli di violare i diritti copyright per la trasmissione di contenuti pregiati, talvolta esclusivi come la Serie A o come la Champions League. Il Tribunale di Milano ha, infatti, emesso una sentenza storica che coinvolge non più solo i colpevoli effettivi della lesione giuridica ma anche chi, in un certo senso, contribuisce a diffondere e fornire "pubblicità" ai soggetti originariamente imputabili; difatti, Vodafone, Fastweb, Tim, Wind3 e Tiscali ma non solo, vengono dopo questa sentenza, maggiormente responsabilizzate poiché artefici della diffusione dei contenuti tramite la propria rete.
I provider dovranno, entro massimo 48 ore dalla segnalazione della violazione da parte di Mediaset (Premium in particolar modo), adottare misure tecniche per impedire e rimuovere la divulgazione sui contenuti trasmessi, pena una multa di 50.000 euro per ogni violazione.
Tale sentenza è giunta dopo che Mediaset ha accusato il sito LiveTv di trasmettere illegalmente contenuti protetti. Sito in questione che è stato più volte oscurato dopo provvedimento da parte dell'Agcom che aveva effettivamente rilevato il mancato rispetto delle norme previste, ma che è ritornato sul web dopo breve tempo e con nomi ed indirizzi web diversi rispetto a quelli precedenti. Ed ecco che dopo svariate segnalazioni da parte dell'azienda del Biscione, che aveva invitato i provider a vigilare su tale sito bloccando anche gli indirizzi IP, ma che non è stato preso n considerazione da parte gli stessi, costringendo quindi Mediaset a rivolgersi in tribunale ed ottenendo oggi un provvedimento che cambia completamente gli scenari giurisprudenziali in tema di violazione sul copyright.
In seguito il testo della sentenza che obbliga i provider ad adottare "misure tecniche più idonee volte a inibire efficacemente l’accesso ai siti internet con nomi a dominio LiveTV e degli indirizzi IP (Internet Protocol) ad essi associati [..] indipendentemente dalla declinazione della registrazione, mediante il blocco degli indirizzi IP attualmente utilizzati univocamente dal portale “LiveTV” per la diffusione non autorizzata di contenuti in violazione dei diritti esclusivi della ricorrente sulle partite delle principali squadre del campionato italiano di calcio di serie A e dei futuri DNS contenenti il nome di dominio “livetv”, nonché dei relativi indirizzi IP univoci ad essi associati, nei limiti temporali di validità dei diritti di parte ricorrente (per le stagioni sportive 2016/2017 e 2017/2018)."