La morte di Ciro nell'episodio finale di Gomorra - la serie 3 ha sconvolto buona parte del pubblico dell'amatissima serie televisiva, soprattutto i telespettatori che in queste tre stagioni della saga si erano appassionati alle interpretazioni magistrali dell'attore Marco D'Amore. Il sito Hall of series ha pubblicato il 12 Gennaio un bellissimo articolo al riguardo, raccontando alla perfezione cosa rappresenta il personaggio nel contesto della fiction televisiva nata da un'idea di Roberto Saviano.
Il messaggio di Gomorra la serie
Numerose polemiche alla serie televisiva targata Sky Italia e Cattleya sono arrivate nelle ultime settimane sia dal mondo della magistratura, sia dal mondo dello spettacolo.
Secondo alcuni importanti procuratori, attori e registi, anche se si parla di un ottimo prodotto cinematografico ci sarebbe il rischio di umanizzare troppo i malavitosi legati al mondo della camorra. Inoltre questi credono vivamente che esista un alto rischio di emulazione da parte del pubblico più giovane e facilmente influenzabile. Ma analizzando gli episodi delle tre stagioni trasmesse fino ad ora il messaggio che viene dato è chiaro: chi sceglie la strada della delinquenza legata ad ambienti mafiosi ha solo tre vie d'uscita: la galera, la latitanza e la morte. Questo a rischio di perdere consensi ed in contrasto con il desiderio di molti fans, che avrebbero preferito vivere ancora le stupende interpretazioni di Fortunato Cerlino (Don Pietro Savastano), Maria Pia Calzone (Donna Imma), Marco Palvetti (Salvatore Conte) e Marco D'amore (Ciro l'immortale).
Nella serie televisiva non esistono buoni, ma tutti i personaggi sono accomunati dalla cattiveria e dalla fame di potere, e tutti prima o poi fanno una brutta fine.
La morte colpisce chi mostra cedimento e fragilità
Essere spietati è l'unica ancora di salvezza per chi sceglie la strada della criminalità, e questo è evidentissimo nella narrazione di Gomorra.
Ogni personaggio che è caduto è stato eliminato a causa di segni di cedimento di chi aveva legami e sentimenti per qualcuno. Donna Imma è stata freddata perché si è esposta per proteggere Gennaro e gli interessi della famiglia. Salvatore Conte, che nella prima stagione aveva sempre mostrato un'innata cattiveria e sangue freddo, prima di venire eliminato ha mostrato la sua fragilità da essere umano per l'incapacità di proteggere la sua storia d'amore: "l'uomo che può fare a meno di tutto non ha paura di niente", frase celebre del carattere interpretato da Palvetti, che non ha saputo mantenere fino in fondo.
La scena in cui riaccende la sigaretta era un chiaro segnale di cedimento ed un preludio alla sua scomparsa. Pietro Savastano viene tradito da Gennaro, ma il suo amore di padre gli ha fatto abbassare la guardia nei confronti di Genny.
"L'immortale è morto"
Con questa frase Ciro aveva annunciato velatamente il suo destino già nei primi episodi della terza stagione. Ma chi era Ciro Di Marzio? E cosa rappresentava? L'immortale era un personaggio che veniva dalla strada, orfano dei genitori era stato cresciuto nel clan Savastano dal boss Don Pietro, che lo ha sempre reputato un'ottimo soldato, ma niente di più. Ma la fame di potere cresceva dentro di lui, che in realtà provava un profondo odio nei confronti della famiglia Savastano.
Ciro è passato sopra tutto e tutti pur di arrivare in cima. Abbiamo amato le interpretazioni magistrali di Marco D'Amore ma è stato facile odiarlo quando nella fiction si è macchiato di crimini orribili. Dall'aver torturato ed assassinato la fidanzatina di Danielino nella prima stagione è arrivato addirittura ad uccidere sua moglie Deborah con le sue stesse mani. "L'immortale non può morire": è stata una delle tante reazioni dei numerosi fans di Marco D'Amore che sono rimasti letteralmente sconvolti dalla morte del suo personaggio nel finale di gomorra3. Ma Ciro era già morto nel finale della seconda stagione, quando ha perso tutto nell'agguato alla figlia MariaRita. Nella terza stagione la fine era annunciata, il personaggio era morto dentro e già nella puntata in Bulgaria aveva mostrato segni di cedimento e fragilità quando ha aiutato una giovane ragazza albanese a sfuggire dalla schiavitù senza un tornaconto personale.
La scena del sacrificio di Ciro non è stata ben interpretata da tutti, perché Ciro non si è sacrificato solo per salvare Gennaro, ma per redimersi e porre fine ad una sofferenza che si portava dentro da troppo tempo. La musica, gli sguardi tra Genny e Ciro, le lacrime, pura poesia, un finale perfetto ricco di emozione accompagnato da un colpo di scena struggente. Probabilmente uno dei finali di stagione migliori di sempre.