Daria Bignardi, giornalista e conduttrice, ex direttrice di Rai3, nonché storica e pioniera della conduzione del "Grande Fratello", 57 anni, ha avuto un tumore: lo ha raccontato in un'intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair.

La rivelazione

Nella stessa, la Bignardi, sostiene che la chemioterapia faccia schifo, ma che serva. Curarsi o operarsi non è una passeggiata, e nulla ha rimosso, ma attraverso il suo libro ha elaborato tutto l'accaduto. "Storia della mia ansia" (edita da Mondadori): così intitola quello che per la stessa giornalista "non è un libro sulla malattia e non è un libro sul tumore, ma una storia d'amore, e sul rapporto tra l'amore e l'ansia.

Il cancro è soltanto un evento che lo attraversa".

La stessa, rivela di aver effettuato una mammografia a titolo di controllo di routne, dal quale è venuto fuori il drammatico esito. Le cure alle quali si è sottoposta, le hanno causato la perdita dei capelli e hanno costretto Bignardi a presentarsi con quel look tanto criticato: l'ignoranza di chi non ha nulla da fare e che nulla comprende.

Storie di 'eroi'

Daria Bignardi è l'ennesimo testimone di coloro i quali lottano contro una bestia che si sa nascondere, che silenziosamente agisce e che, spesso, di sorpresa si presenta. È recente infatti la testimonianza di un'altra giornalista de "Le iene", Nadia Toffa, che ha sconfitto il male che l'ha sorpresa in un momento inaspettato ed insospettabile ad una donna attiva, vivace ed energica come lei.

Il male bendato

Tantissime sono le persone dello spettacolo, uomini e donne, ma anche tantissima gente comune, quasi a voler sottolineare che la falce del male non guarda in faccia nessuno. Da un'analisi dell'AIRC ( Associazione Italiana Ricerca contro i Tumori ), pare che siano 1000 i casi di nuovi malati di cancro che, ogni giorno, si registrano solo nel nostro Paese.

Un dato rassicurante ci arriva dalle percentuali di guarigioni: il 63% delle donne e il 57% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Un dato che, pur non essendo ancora una vittoria definitiva, può rivelarsi uno spiraglio di luce in fondo ad un tunnel macabro e oscuro. Ad agevolare tali miglioramenti sono certamente l'aumento degli screening di controllo e le cure tempestive.

È, infatti, importantissimo eseguire i controlli periodici per intervenire tempestivamente e ridurre in maniera esponenziale le possibilità di mortalità. Ad oggi, i dati che ci pervengono da AIRC ed ISTAT sono in contro tendenza positiva ed inversamente proporzionali rispetto al passato: aumenta il numero dei casi, ma si riduce la percentuale di mortalità. Una tendenza che, in Italia, va contestualizzata dato l'alta presenza di persone anziane.