Il matrimonio della principessa Eugenie di York, che si è tenuto questa mattina, è stato un successo (italiano): a partire dall’abito da sposa Peter Pilotto, fino alla musica in chiesa, passando per il grande numero di invitati che hanno tenuto ad essere presenti. Un grande smacco per tutti coloro che hanno bistrattato il “grande giorno” della principessa più controcorrente della storia glamour del casato Windsor degli ultimi tempi. Una storia fatta di scivolate di stile come su una buccia di banana: le foto delle principesse Eugenie e Beatrice del 2011 al matrimonio di Will & Kate sono impietose.

Ma fatta anche di potenti ali per rialzarsi, come la nuova silhouette della principessa “rossa” figlia di Sarah Ferguson e del duca di York.

Il vestito da sposa Peter Pilotto

Un vestito da sposa sicuramente anticonvenzionale per la moda royal che va per la maggiore ai matrimoni in casa Windsor: spalle coperte, decolletè stringati e solo tiare di diamanti. No, Eugenie di York è diversa. Lo è sempre stata e lo dimostra ancora un volta. Ma, questa volta, mettendo tutti a tacere.

Così, si presenta davanti alle scale che la condurranno alla St. George Chapel con un vestito che non si cura dei dettami di stile imposti dalla regina, ma solo di esaltare le parti migliori del corpo e del carattere di una principessa che sa quello che vuole.

Un abito perfettamente adatto a lei, che sorprende per la velatura di coraggio di tirare giù la scollatura davanti, ma soprattutto quella dietro: proprio lei, Eugenie, che ha avuto quella schiena martoriata da problemi fisici e da interventi.

Proprio lei, la principessa Eugenia di York, la mette in mostra nel suo giorno più bello.

Questo significa essere principessa davvero, e saper esserlo tutti i giorni. Dimostrare al mondo che cosa significa superare sé stessi, andare oltre e, soprattutto, essere d’esempio per tutti. Kate e Meghan, imparate.

Il tocco italiano

Non solo l’incantevole voce di Andrea Bocelli che ha deliziato la cerimonia in chiesa. Il vestito da sposa di Eugenie di York ha un altro tocco italiano.

È stato disegnato e realizzato dal fashion designer Peter Pilotto insieme a Christopher De Vos. Pare sia nato dopo una lunga e intensa ricerca tra gli annali conservati nell’archivio dei royal weddings d’Inghilterra. Ed è stato ricamato in Italia.

Un abito bianco, sapientemente strutturato come il fisico di Eugenie richiede, equilibrato nel riequilibrare i volumi, con ampio scollo a V sul davanti per aumentare la statura, con spalle disegnate per sottolineare lo status principesco, con ambia scollatura dietro la schiena per slanciare la figura e con gonna ampia e strascico furbissimo ed elegante. L’abito da sposa di Peter Pilotto è esattamente quello che ogni sposa dovrebbe avere: un vestito in grado di valorizzare ciò che di più bello c’è in ogni singola donna, nascondendo sapientemente piccoli e grandi difetti.

Il tessuto con cui è stato realizzato è una trama jaquard realizzata in Italia, dalle mani sapienti degli artigiani di Como. Vi sono raffigurati quattro diversi simboli: un cardo (fiore nazionale della Scozia) a testimonianza di Balmoral, dimora preferita degli sposi; un trifoglio (Shamrock in inglese) simbolo dell’Irlanda, terra natia di mamma Sarah Ferguson; una rosa, a simboleggiare il casato degli York e, infine, un’edera, simbolo della casa sponsale.

Rigorosamente senza velo. Scelta non solo intelligente, ma soprattutto astuta. Scarpe by Charlotte Olympia e bouquet realizzato da Patrice Van Helden Oakes.

La corona

Sulla testa, una preziosa tiara non solo di diamanti, ma con smeraldi mozzafiato in tono perfetto con gli occhi della sposa.

Il gioiello, portato con classe, è stato realizzato nel 1919 da Boucheron e donata alla Regina Elisabetta II nel 1942 da MrsGreville. La tiara è composta da un pavè di diamanti tagli brillante disposti a rosa, incastonatura in platino e sei bellissimi smeraldi per lato. Gli orecchini di Eugenia, invece, sono un regalo dello sposo.

Eugenie, questa non è una rivincita. È una vera e propria vittoria!