Italia’s Got Talent cerca musicisti per la serata della super finale. Il problema? Non ci sarebbe nessuna retribuzione. Un fatto che è stato messo alla luce dal giornale il Fatto Quotidiano, che ha raccolto diverse denunce della vicenda, anche quella di un musicista professionista, Edoardo Migliorini.

“Mi pare assurdo che in Italia, nel 2019, ancora l’attività del musicista non sia classificata come lavoro" ha spiegato Migliorini al noto giornale. Per lui infatti è assurdo che un programma tv di questa importanza non abbia dimostrato una certa accortezza nei confronti dei musicisti.

La stessa accortezza che invece verrebbe data ai tecnici, agli autori, ai direttori della fotografia e a qualunque altra professionalità presente all’interno dello studio.

La serata della finalissima di Italia's Got Talent

La serata andrà in onda su Tv8 il 22 marzo a Milano. Il programma Italia's Got Talent, prodotto da Fremantle è un format che esiste in tutto il mondo e prevede oltre ad una band anche una sezione d'archi, un grande corpo di ballo, una conduttrice, Lodovica Comello e quattro giudici Claudio Bisio, Federica Pellegrini, Mara Maionchi e Frank Matano.

La segnalazione

Secondo quanto è stato segnalato da diversi musicisti ai quali è arrivata la mail da parte della produzione, l’impegno per i professionisti sarebbe di tre giorni.

Uno per conoscersi, un altro per le ‘prove generali’ e l’ultimo per la serata della finale. Il programma starebbe quindi cercando chi suona il sax, le trombe, i tromboni ma anche gli organi e circa venti archi. Nulla di strano fino a quando non si legge che non è previsto un compenso.

Che il programma pensi che possa bastare il prestigio e la gloria?

Ancora non è chiaro ma quello che invece è sicuro è che nel mondo della musica, nel cosiddetto reparto degli ‘addetti ai lavori’, c’è molta delusione perché ancora dopo tanti anni il musicista sembra essere considerato meno di zero.

Edoardo Migliorini ha poi voluto spiegare che questa realtà del non pagare chi suona non è solo italiana ma anche all’estero spesso funziona così.

Questo perché, secondo Migliorini, le produzioni pensano che si possa ripagare il musicista professionista con la visibilità ma che "con la visibilità non si pagano le bollette”. Migliorini ha poi sottolineato che sarebbe bello se in Italia si cambiasse approccio verso chi fa musica “dove la cultura musicale è sacra, rispettata e valorizzata”.

D'altronde basta fare un giro per i social per rendersi conto quanta delusione abbia scatenato tra i musicisti l'ennesimo annuncio di lavoro senza nessuna retribuzione. Gli stessi che sono la colonna portante di moltissimi programmi tv che prevedono la musica dal vivo. Basti pensare al Festival di Sanremo che senza i professionisti come maestri d'orchestra, musicisti e coristi non avrebbe modo di esistere.