Giovedì 28 marzo è andata in onda in prime time su Rai 1 la prima puntata della Serie TV (gli episodi 1 e 2) con protagonisti Vittoria Puccini e Giuseppe Zeno, "Mentre ero via". E' partita, infatti, questa settimana la nuova fiction targata Rai, incentrata principalmente su un personaggio femminile dal carattere forte, Monica, che saprà ricostruire la sua vita, grazie soprattutto alla sua grandissima forza di volontà e all'aiuto costante della sua psicoterapeuta.

Il doloroso risveglio

Nella prima puntata della fiction "Mentre ero via", Monica è l'unica superstite di un incidente in cui sono morti il marito ed il suo amante: si risveglia in ospedale dopo 4 mesi di coma.

Al suo risveglio, però, la donna crede di essersi addormentata dopo aver partorito il suo secondogenito, senza rendersi conto che, da quell'evento, sono trascorsi già più di 8 anni. A quel punto, i medici intuiscono che i 4 mesi di coma hanno provocato nella donna un torpore celebrale che non le permette di ricordare gli ultimi suoi 8 anni di vita. Constatata l'amnesia, il cognato di Monica decide di spiegarle cosa le è successo e il perché si trovi in ospedale. Inoltre, l'uomo le rivela anche che Gianluca, suo marito, era l'amministratore delegato dell'azienda farmaceutica della loro famiglia, mentre il suo amante, Marco, esercitava la professione di avvocato.

Ritorno in famiglia

Subito dopo aver saputo dal cognato ciò che è successo a lei, al marito e all'amante, Monica chiede di vedere i suoi figli, senza sapere che soltanto uno di loro continua a parlarle, il suo secondogenito.

La prima figlia, infatti, ha interrotto ogni contatto con lei da quando ha saputo della sua relazione extraconiugale con Marco. Ma non è soltanto la primogenita di Monica a non poterla sopportare in famiglia, in quanto anche il suocero, Vittorio, non vuole frequentarla in nessuna maniera. Addirittura, il padre di suo marito non vuole neanche che lei sia ricondotta alla casa di famiglia, dopo essere stata dimessa dall'ospedale.

Tornata a casa, Monica si rende conto che l'unica sua parente a volerle ancora bene è la cognata Barbara. A quel punto, la donna comincia a porsi molte domande su se stessa e sul tipo di persona che era prima di avere l'incidente. Scossa e terrorizzata dall'idea di non avere un passato a cui affidarsi, decide di recarsi da una psicoterapeuta che possa aiutarla a ricostruire i suoi ricordi. La scelta della donna ricade su una professionista del settore, la dottoressa Liguori.