Maschile singolare è il nuovo film targato Amazon Prime Video, uscito il 4 giugno 2021 e diretto a quattro mani da Matteo Pilati e Alessandro Guida.

Tra gli attori principali di questa tragicommedia a sfondo Lgbtq c'è Giancarlo Commare, attore reduce dal successo di Skam (Serie TV edita su Netflix di cui è incerta la quinta edizione) e del Paradiso delle signore. Nel cast ci sono anche Gianmarco Saurino, recentemente in tv con DOC: nelle tue mani, ed Eduardo Valdarini, già attivo nella prima stagione di Suburra.

La trama

Antonio (Giancarlo Commare), dopo 12 anni di relazione, viene lasciato dal marito per un collega di lavoro, con cui intratteneva una relazione segreta da circa un anno e mezzo.

Ripartire da capo è difficile, se non impossibile. Al bisogno di capire e accettare la scelta presa dal marito, subentra l’incapacità di ripensare la vita al singolare, poiché imprevista. Ma dagli imprevisti nascono le migliori situazioni, dal rapporto intrattenuto con la migliore amica (interpretata da Michela Giraud) a Denis (Eduardo Valdarino), il giovane naive da cui trova ospitalità e che gli farà conoscere a sua volta Luca, panettiere disposto ad assumerlo.

La vita di Antonio riprende così lentamente a carburare, tra vecchie passioni che si evolvono professionalmente (la pasticceria) e nuovi incontri che non hanno volutamente nulla di sentimentale. La spensieratezza, la libertà e l’autonomia finalmente raggiunte vengono per un’ultima volta messe in discussione dal milanese Thomas (Lorenzo Adorni), ma è la morte imprevista di Denis a spingere Antonio a una riflessione più profonda sul senso della vita.

Essa può essere vissuta anche senza essere la stampella di nessuno, una frase strategicamente ripetuta più volte e che induce lo spettatore a riflettere.

Una realtà senza filtri

Il film, girato a Roma, è estremamente contemporaneo e interessante per le tematiche affrontate e le tecniche di regia impiegate. L’omosessualità non è problematizzata, ma integrata nella vicenda e trattata nella sua dimensione più quotidiana, dalla fine di un rapporto coniugale sino alle nuove conoscenze di Antonio, che non è abituato a incontrare ragazzi conosciuti sulle app per incontri e solo la lucidità può permettergli di non soccombere tra le ipocrisie, il narcisismo e l’egotismo dei coetanei.

Il messaggio che intendono fornire i due registi, Matteo Pilati e Alessandro Guida, alla luce delle più recenti discussioni socio-politiche, è chiaro: andare oltre la spiegazione didascalica, o la riflessione politica, e calare lo spettatore direttamente nella realtà della vita, o nella vita della realtà, nei suoi imprevisti, nei suoi turbamenti, nell’universalità di sentimenti come la felicità e l’angoscia.

Solo in questo modo assume un senso la farraginosa catena di eventi che si susseguono, dal respiro brevissimo, o lo scarso interesse per l’approfondimento psicologico dei personaggi che circondano Antonio, talvolta ridotti a macchiette, ma funzionali alla trama.

Il film, pur lasciando un sapore di non concluso, è riuscito a presentare l’attualità Lgbtq sotto il profilo di una dimensione privata (che è anche politica) ricca di messaggi e di valori.