Lo spettacolo "Il Sogno" di Roberto Benigni, trasmesso il 19 marzo su Rai 1 è stato seguito da 4.396.000 telespettatori, per uno share del 28,1%, risultando la trasmissione tv più vista nella serata.

L'evento televisivo, che ha celebrato l'Europa e i suoi valori, è stato trasmesso anche in Eurovisione, su Radio 2 e in streaming su RaiPlay, raggiungendo un pubblico ancora più ampio. benigni ha offerto un'appassionata riflessione sull'Europa, definendola "l'unica utopia ragionevole", un progetto nato dalla visione illuminata di tre uomini straordinari: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.

Questi intellettuali, confinati sull'isola di Ventotene durante la Seconda guerra mondiale, gettarono le basi dell’unità europea con il celebre Manifesto di Ventotene. Un'idea di pace, solidarietà e integrazione che, secondo Benigni, rappresenta "l'esperimento democratico più emozionante della storia".

Molti gli argomenti trattati nel suo monologo: dal Papa Francesco all'Europa e Ventotene

Con il suo stile ironico, Benigni ha aperto la serata con battute sull'onnipresenza della diretta: "Siamo dappertutto, anche nel forno a microonde se lo accendete!".

Ha poi rivolto un saluto affettuoso al Presidente della Repubblica Mattarella e a Papa Francesco, ricordando le parole del Pontefice sull’importanza di "disarmare le parole per disarmare le menti e la terra".

Nel corso dello spettacolo, il premio Oscar 1999 ha evidenziato il valore culturale e storico dell’Europa, definendola "il continente che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni e trasformato il mondo". Ha citato Alcide De Gasperi come "il più grande Presidente del Consiglio che abbiamo avuto", sottolineando come l’Europa non sia un'entità distante e burocratica, ma una realtà viva, "calda, vicina, piena di passione e amore", come dimostrato dall'Inno alla Gioia di Beethoven.

Benigni ha anche affrontato il tema del nazionalismo, definendolo "il carburante di tutte le guerre", un'ideologia pericolosa che si maschera da patriottismo. Ha poi raccontato la genesi del Manifesto di Ventotene come una "favola moderna", scritta da uomini che guardavano non alle successive elezioni, ma alle generazioni future, con l’obiettivo di costruire un’Europa fondata sulla giustizia sociale.

Lo spettacolo si è concluso con un messaggio di speranza sulla pace universale: "La guerra finirà per sempre, è inevitabile. Non c'è alternativa, non può che finire così" e con un invito a tutti a compiere "un ultimo passo insieme e dire agli altri: siete fratelli".