Mentre in Italia il referendum si avvicina, e mentre tutti ci propinano la vecchia favoletta che il petrolio sia energia, che il petrolio sia vita, che il petrolio sia indispensabile, nel mondo continuano a verificarsi incidenti e sversamenti. La Marea Nera sta invadendo i nostri mari, gli interessi economici ormai sono l'unica cosa che conta, da tempo hanno surclassato la questione ambientale. In Italia il referendum del diciassette aprile si avvicina, e l'opinione pubblica che fa? Mette il bavaglio a ciò che succede nel mondo, come sempre.

La lista dei disastri: la Tunisia è solo l'ultimo incidente

A metà mese scorso uno sversamento di petrolio ha invaso il mare tunisino. La marea nera è arrivata a pochi chilometri dalle coste di Kerkennah, ma chi ne ha parlato? Nessuno. È troppo vicino il referendum sulle trivelle per tirare fuori un argomento del genere. Incidenti di questi tipo sono molto frequenti, a differenza di quanto ci venga detto. Ecco una breve lista:

  • Il 21 maggio del 2015, la conduttura di un oleodotto si rompe e "investe"Santa Barbara: 80 mila litri di petrolio nel Pacifico. Un vero disastro.
  • il 2 luglio 2013,una piattaforma sottomarina, di proprietà della Saipem, affonda al largo delle coste congolesi.
  • il 13 agosto 2011, ad Aberdeen, una tubazione si danneggia e porta alla perdita di 1300 barili di petrolio, ovvero 200.000 litri.
  • il 4 luglio 2011, 160 mila litri di greggio finiscono nel fiume Yellowstone, nel Montana. Il fiume attraversa il noto parco nazionale. Un danno turistico inquantificabile.
  • il 20 aprile2010, nel Golfo del Messico, avviene un incidente a un pozzo profondo oltre 1500 metri. Le perdite proseguono per 106 giorni, l'incidente causa 11 morti.
  • il 12 dicembre 2007, 3,84 metri cubi di petrolio si perdono nel mare norvegese.
  • il 2 marzo 2006, un lavoratore BP scopre un'immensa perdita di petrolio. La marea nera devasta il nord dell'Alaska.
  • 12 gennaio 1998, in Nigeria, il petrolio viaggia per centinaia di chilometri, in seguito a una rottura dell'oleodotto. Circa 500 barili arrivano fino a riva.

Questi sono gli esempi più lampanti, poi tanti altri piccoli incidenti sono sempre all'ordine del giorno. Qualche soldo in più derivato dalle estrazioni petrolifere non può certo valere tutto questo, il rischio non vale, e non varrà mai, la candela. Il 17 aprile andiamo tutti a votare.