Il referendum sulle trivelle è ormai a un passo, mancano diciassette giorni e poi si andrà alle urne, o almeno si spera... Visto il disinteresse generale che ormai regna sovrano, raggiungere il quorum è un obiettivo non da poco.
Votando per il sì, una volta scadute le concessioni alle società petrolifere, non verrà garantito alcun rinnovo. Quale strada prendere quindi? Continuare a estrarre petrolio, rischiando di inquinare l'Ambiente esterno, oppure puntare sul rinnovabile? Ma soprattutto, quanto ci guadagnerebbe lo Stato italiano a rinnovare nuove concessioni?
In queste ultime settimana si è detto tanto, forse troppo e si è fatta anche tanta confusione sull'argomento.
Cerchiamo di chiarirci un po' le idee.
Referendum sulle trivelle: prepariamoci al voto
Gli schieramenti pro trivelle hanno parlato di nuovi sistemi di sicurezza e di pratiche di estrazione ottimizzate alla perfezione. Ipotizzando un rischio incidenti pari a zero, eventualità impossibile, il problema inquinamento non si risolverebbe comunque; infatti anche le normali operazioni di estrazione determinano piccole perdite che, alla lunga, provocanoun inquinamento considerevole.
Inoltre tutti parlano della necessità di estrarre petrolio, peccato che in pochi sanno quanto scarso sia il guadagno a livello statale. Il 90-93% degli idrocarburi estratti può essere portato via e venduto altrove, una domanda sorge spontanea: il gioco vale veramente la candela?
Il turismo è il settore trainante del nostro Paese, ogni anno contribuisce al 10% del Pil nazionale, dà lavoro a quasi tre milioni di persone per un fatturato complessivo di 160 miliardi di euro. Votare si al referendum sulle trivelle significherebbe togliere lavoro e privare lo Stato di introiti, ma se dovesse verificarsi un incidente quante sarebbero le perdite?
Quanti i posti di lavoro a rischio? Pensiamoci.
Referendum sulle trivelle: l'incidente in Tunisia
Circa una settimana fa,in seguito alla rottura di un tubo di estrazione, è fuoriuscita una piccola quantità di petrolio. Inizialmente l'incidente è stato sminuito, dopo qualche giorno è scattato l'allarme: la macchia nera si è allargata sempre più minacciando le coste delle isole Kerkennah, addirittura avvicinandosi a Lampedusa.E, come detto, si è trattato solo di un piccolo incidente. Un infortunio che può accadere con facilità.Il referendum sulle trivelle si avvicina: documentatevi e votate.