La copertina del settimanale satirico Charlie Hebdo, oggetto del gravissimo attentato di avantieri costato la vita a 12 persone, era dedicata allo scrittore Michel Houellebecq, autore scomodo e popolare non solo in Francia, noto per le sue idee provocatorie espresse in romanzi famosi come la Possibilità di un'isola e le Particelle elementari. In questi come altri romanzi Houllebecq ha affrontato il tema del declino della società occidentale, distrutta da una ricerca sfrenata del piacere individuale e dall'egoismo, occupandosi di temi quasi fantascientifici come la clonazione o una nuova razza umana immortale grazie all'utilizzo delle biotecnologie che sostituisca questa in completo disfacimento.

Ogni suo romanzo diventa un evento editoriale, e suscita un vibrante dibattito intellettuale soprattutto nella sua terra natale, dove viene accusato di cinismo e materialismo, mentre i suoi estimatori tendono piuttosto a riconoscere che lui punta a denunciare la crisi dei valori nel mondo occidentale e lo fa con uno stile che ricorda il modo asettico con cui l'entomologo studia gli insetti.

Nel 2001 in un'intervista alla rivista Lire Houellebecq affermò che l'Islam è tra tutte le religioni quella più stupida denigrando il libro sacro del Corano e da allora è stato accusato da diverse organizzazioni non governative di razzismo e anti-islamismo che hanno comunque contribuito ad aumentarne la popolarità.

C'era quindi già una grande attesa per il nuovo romanzo intitolato Sottomissione, che esce in questi giorni in Francia e verso metà gennaio si accinge a comparire nelle librerie di tutta Europa e ora, dopo i tragici eventi di avantieri, si appresta molto probabilmente ad avere un boom di vendite. Perché un boom di vendite e cosa c'entra la copertina di Charlie Hebdo e la strage di Parigi?

Perché Sottomissione rappresenta un ennesimo esempio di mix tra mainstream e fantascienza, che ipotizza la vittoria elettorale di un politico arabo moderato, Ben Abbes, alle elezioni francesi del 2022, in contrapposizione al Front National di Marine Le Pen. In realtà l'ambiguità del romanzo consiste nel presentare questo evento in maniera quasi utopistica, smentendo così le aspettative dei suoi critici, perché la vittoria del politico musulmano in realtà porta alla fine della crisi economica e a un nuovo rinascimento della Francia grazie anche ai massicci investimenti dei petrolieri arabi.

Ma veramente Houellebecq crede nella possibile pacifica e proficua fusione tra Islam moderato e civiltà dei lumi (come un tempo vi fu tra il cristianesimo dei monaci benedettini e la civiltà pagana greco-romana), eppure leggendo meglio il romanzo, siamo di fronte ad una satira pungente alla maniera di Swift e Vonnegut, dove l'attacco all'Islam viene sferrato usando il sarcasmo, e si rivela ancora più mordace nel momento in cui si ipotizza la fine della disoccupazione non facendo più lavorare le donne? La sola cosa certa è che sentiremo ancora a lungo parlare di Houellebecq e di Sottomissione.