È di poche ore fa la scioccante notizia di un attacco terroristico contro il giornale satirico francese Charlie Hebdo nella redazione parigina in pieno centro da parte di due uomini incappucciati e vestiti di nero che avrebbero provocato una strage con i loro kalashnikov uccidendo almeno 11 persone tra cui i 2 poliziotti di guardia, almeno secondo le prime fonti. Il foglio francese è stato preso presumibilmente di mira per aver ripetutamente pubblicato vignette satiriche su Maometto nei mesi passati e quindi sarebbe indubbia la matrice fondamentalista islamica di questo ennesimo atto di terrorismo, questa volta consumatosi nel cuore dell'Europa.
Pochi minuti prima della strage, crudele ironia della sorte, il settimanale satirico aveva pubblicato una vignetta sul suo profilo Twitter sul leader del califfato islamico o Isis, al Baghdadi. Durante l'assalto il giornale francese 20Minutes era riuscito a contattare un dipendente del quotidiano per telefono il quale era riuscito a raccontare che si stava consumando una strage sotto i suoi occhi prima che cadesse la linea, mentre alcuni dipendenti sono riusciti a fuggire sui tetti.
Il primo ministro Francois Hollande si è recato nella sede in cui è avvenuta la strage ed ha convocato per le 14 una riunione d'emergenza del governo; Hollande ha ribadito in una prima dichiarazione a caldo che questa vile strage rappresenta un attentato alla libertà e che i colpevoli verranno trovati.
La storia del giornale satirico Charlie Hebdo è da sempre contraddistinta da problemi con le autorità di ogni genere, da quando nel 1970 in occasione della morte del generale De Gaulle, pubblicò una vignetta che irrideva la figura del grande statista francese, iniziativa che provocò il blocco delle pubblicazioni e l'interdizione dello staff da parte dell'allora ministro degli interni francese Cavanna.
In occasioni più recenti il settimanale, ispirato dalle convinzioni anti-islamiche di Oriana Fallaci, aveva aperto un dibattito politico su una presunta crociata islamica contro la civiltà occidentale. Nel 2006 aveva scelto in mezzo a un mare di polemiche di ripubblicare le vignette satiriche sul profeta dell'Islam Maometto del giornale satirico danese Jyllands-Posten, decisione che portò poi al ritiro delle copie della rivista dalle edicole francesi. Ma certo nessuno si aspettava una vendetta così terribile che segna un salto di qualità nella feroce guerra che il fondamentalismo islamico ha dichiarato all'Occidente.