A san Valentino basta scrivere un "ti amo" sui social o donare una rosa; severi seguaci dell'Hindūismo spiano e obbligano le coppie al matrimonio. Apposite squadre di vigilanza, anche online, monitoreranno le effusioni e i messaggi per san Valentino: chi si dichiara innamorato, anche in chat, dovrà assumersi la responsabilità dei suoi sentimenti, e delle frasi d'amore per san Valentino, con il matrimonio.

Si dovrebbe sempre stare attenti a ciò che si pubblica su Facebook, soprattutto se si tratta delle parole "Ti amo" e in particolar modo se si è di religione induista e si vive in India!

A san Valentino, in cui ci si lascia andare facilmente a frasi d'amore sui social media, un messaggino semplice ma esplicito come "I love you" potrebbe costare il celibato o il nubilato.

Il Times Of India riporta la notizia che un'organizzazione religiosa conservatrice chiamata Hindu Mahasabha è pronta a sguinzagliare le sue sentinelle in strada e sul web, per intercettare e mettere sulla retta via del matrimonio chi azzarda dichiarazioni d'amore ed esprime i sentimenti in pubblico nel periodo di san Valentino.

San Valentino e la religione in India

"L'India è un Paese in cui tutti i 365 giorni sono giorni di amore, perché le coppie dovrebbero celebrarlo il 14 febbraio, come giorno di San Valentino?

Ostentare l'amore durante la settimana di San Valentino equivale a non seguire le tradizioni indiane e dell'Hindūismo. Chiunque sia trovato a esternare amore su Facebook, Twitter o WhatsApp sarà colpito", ha dichiarato il presidente nazionale del gruppo Hindu Mahasabha, Chandra Prakash Kaushik, aggiungendo che squadre sono già in azione sui social media nella capitale, Nuova Delhi.

Il gruppo religioso che raccoglie i più estremisti esponenti dell'eterogenea religione indiana, aveva annunciato all'inizio del mese di febbraio che avrebbe anche sguinzagliato sentinelle per le strade, per assicurarsi che le coppie che si scambiano fiori e regali per san Valentino, o semplicemente manifestano in pubblico il loro affetto, convolino poi a nozze.

La misura estrema del "matrimonio riparatore" è riservata comunque solo alle coppie in cui entrambi gli innamorati sono di religione induista, mentre in caso di coppie di religioni diverse, dovranno sottoporsi a una cerimonia di "purificazione".

I volontari Mahasabha si occuperanno, una volta individuate le coppie, di chiedere loro numeri di telefono e indirizzi in modo di poter iniziare a pianificare le nozze. "Se si rifiutano di condividere i loro numeri, ci metteremo in contatto con i genitori - in particolare lo faremo con coloro che sono attivi online - e chiederemo loro di farli sposarsi se davvero si amano", ha precisato il presidente Kaushik. Il leader induista precisa di non aver nulla contro l'amore, ma se una coppia è innamorata, allora deve sposarsi.

Nel caso in cui le coppie sostengano che hanno bisogno di tempo per pensare al matrimonio, gli attivisti spiegheranno loro che se non sono certi dei loro sentimenti, devono moderare i loro atteggiamenti. Non ostentare in pubblico un amore che non è convinto, e nemmeno al partner con frasi d'amore romantiche, se non veramente sentite.

La risposta delle autorità all'iniziativa induista per san Valentino

La polizia di New Delhi ha dovuto prendere atto dei piani dell'associazione: l'ispettore generale Alok Sharma ha spiegato al Times che qualsiasi tentativo di forzare le coppie a sposarsi sarà contrastato dalle forze dell'ordine e può essere denunciato e perseguito con azioni legali.