Non si arresta la follia dell'Isis che, nel numero 15 di Dabiq, rivista mensile della "guerra santa", con i suoi usuali toni enfatici e deliranti, si scaglia contro il capo della cristianità. La rivista, pubblicata qualche giorno fa, contiene un articolo di circa 80 pagine, nel quale emergono oscure minacce e decisi attacchi anche nei confronti di Papa Francesco.

L'articolo, in apertura, rivolge un appello ai "soldati nascosti del Califfato" a rompere la croce e a compiere nuovi massacri in Europa. Successivamente, e con toni velatamente intimidatori, inveisce contro il pontefice.

E lo fa con accuse infamanti e denigratorie, manifestando un odio radicato e prorompente nei confronti di colui che, al di là di ogni posizione moralistica, invita all'amore universale e bandisce ogni discriminazione, anche nei confronti della "diversità".

L'omosessualità è immorale

Francesco è accusato, all'indomani della strage di Orlando, avvenuta lo scorso giugno e in cui persero la vita ben 49 persone, tutte omosessuali, di aver pregato per loro, contravvenendo all'etica della sua stessa Chiesa.

Atteggiamento inaccettabile per i deliri pseudo-religiosi dell'Isis, che ribadisce l'efferatezza del gesto, rimarcando il carattere immorale dell'omosessualità. E accusa inoltre il pontefice di aver compiuto un atto "di perfetta sodomia".Sono parole pesanti, che lasciano annichiliti, sia per la loro veemenza che per l'infondatezza di un'accusa così infamante.

Inoltre è la prima volta che un gruppo terroristico si rivolge apertamente e senza mezzi termini al capo della cristianità.

Il rigorismo etico del Daesh appare sempre più come una facciata, volta essenzialmente a giustificare azioni terroristiche sottese a logiche di potere. In realtà l'omicidio, spesso di massa, non può trovare giustificazioni.

Ma il Papa è ritenuto colpevole anche di aver concretizzato un'apertura al dialogo con l'Islam moderato in nome di una fede universale di "amore e di pace". Dialogo blasfemo per l'Isis, che vede negli imam moderati, quali Ahmed al Tayeb, imam dell'università islamica Al Azhar del Cairo, degli apostati pronti a sovvertire la "vera fede".

Perché vi odiamo

L'articolo si sublima nella parte conclusiva con la celebrazione delle donne islamiche, ben diverse da quelle occidentali, del tutto spudorate, e motiva l'odio dello Stato islamico nei confronti dell'Occidente con una farneticazione finale: "Vi odiamo perché le vostre società secolari e liberali permettono le cose che Allah ha proibito. Vi odiamo perché siete miscredenti".