Grazie alla decisione del giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Elena Kagan, la tredicenne Ehlena Fry è tornata finalmente a sorridere. Alla piccola, infatti, affetta da paralisi cerebrale, è stato consentito di poter portare a scuola l'inseparabile amico a quattro zampe, il cagnolino Wonder, che per lei non è solo un compagno di avventure, ma un prezioso alleato in grado di aiutarla a compiere tante diverse attività. Una storia che commuove, dunque, e che fa ben sperare.

La madre di Ehlena: 'Siamo grati alla Corte'

Stacy Fry, la mamma di Ehlena, in un comunicato ha espresso tutta la propria gioia per il risultato ottenuto: 'Ho visto con i miei occhi come Wonder aiuta mia figlia a diventare più autosufficiente e sicura di sé.

Siamo grati che la Corte Suprema abbia chiarito che le scuole non possano trattare diversamente i bambini affetti da disabilità o ostacolare la loro desiderata indipendenza'. Il cane, infatti, permette alla bambina di compiere gesti quali raccogliere oggetti, togliere il cappotto, aprire la porta, insomma vivere la quotidianità senza dover dipendere dagli altri, il che sicuramente le consente un maggiore livello di autonomia, obiettivo auspicato da tutti.

Le fasi della battaglia legale

La disputa della famiglia Fry è iniziata nel 2009, quando la scuola elementare di Ehlena, in Michigan, le ha impedito di portare a scuola Wonder sostenendo che fosse sufficiente la presenza del già previsto insegnante di sostegno.

I genitori si sono poi spostati in un diverso distretto scolastico, dove il cagnolino è stato ammesso e, nel 2012, hanno presentato una denuncia alla Corte Federale dichiarando di essere stati vittime di discriminazione, considerato che l'Americans with Disabilities Act consente la presenza di cani nelle istituzionali pubbliche.

L'American Civil Liberties Union, che ha rappresentato la famiglia, ha affermato che la sentenza consentirà la rimozione di ingiusti ostacoli che impediscono agli studenti di perseguire la giustizia garantita dalla legge. Il provvedimento, infatti, che ritiene corretta un'azione per la rivendicazione di una corretta educazione, ha ribaltato una scelta del 2015, anno in cui la corte di appello aveva stabilito che, secondo la Individuals with Disabilities Education Act i familiari dovessero percorrere un lungo iter legale per risolvere la questione. A differenza di altre, sono queste le notizie che vorremmo leggere più spesso.