E' raccapricciante la vicenda di Emanuele Morganti, il giovane di soli 21 anni ucciso a botte in una circostanza misteriosa che rimane ancora avvolta nel silenzio di chi potrebbe sapere ma non parla.

La cronaca

Tutto sarebbe incominciato all'interno di una discoteca di Alatri (FR), dove il giovane stava trascorrendo la serata insieme ad amici, nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana. Non si sa ancora perchè, pare che ad un certo punto il giovane sia stato preso dai buttafuori del locale e sia stato scaraventato fuori. Alcuni testimoni raccontano che sarebbero stati proprio i buttafuori a cominciare a picchiare il ragazzo il quale, anche per via di una corporatura esile, è stato immediatamente sopraffatto da un gruppo di facinorosi, non riuscendo più a mettersi in salvo.

Nella scorsa puntata della trasmissione di RaiTre Chi L'ha Visto?, un amico del giovane ha reso la propria testimonianza, rammaricato di non essere riuscito a strappare l'amico dalle mani di chi lo stava malmenando. Ma il giovane ha anche detto di non avere alcun idea dei motivi che avrebbero scatenato il pestaggio. All'amico ha fatto eco anche un parente della vittima, che avrebbe parlato di "protezioni": sembrerebbe infatti che uno dei responsabili del pestaggio possa essere imparentato addirittura con un Vescovo. Naturalmente sono indiscrezioni non confermate dagli organi ufficiali che indagano sulla morte di Emanuele.

Pubblica condanna

L'opinione pubblica ha reagito in modo compatto dinnanzi al barbaro omicidio di Emanuele e, sempre nell'ambito di Chi l'Ha Visto?, sono state lette in diretta alcune mail da parte di telespettatori che vorrebbero vedere condannati con l'accusa di omicidio tutti quelli che hanno preso parte al pestaggio, e non soltanto chi ha materialmente inferto i colpi mortali.

Un fatto angosciante con ben pochi precedenti ma, soprattutto, senza ancora un movente dato che pare che la vittima non conoscesse neanche i suoi carnefici. La fidanzatina di Emanuele, Ketty, ha infatti parlato di un terribile scambio di persona: Emanuele dunque sarebbe stato massacrato ed ucciso per sbaglio. Ma chi sarebbero i suoi carnefici?

Due suoi coetanei, precisamente due fratellastri di 27 e 20 anni , Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, prelevati dai Carabinieri di Roma presso l'abitazione di un loro parente e che sono stati arrestati con l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Giuseppe De Falco, il procuratore capo di Frosinone, ha parlato di indizi "gravi e concreti", corroborati a quanto pare da una serie di testimonianze che hanno determinato l'arresto dei due, che si trovano adesso in isolamento per ragioni di sicurezza nel carcere di Regina Coeli.

Descritti come degli attaccabrighe svelti di mano, non hanno opposto resistenza ai militari al momento dell'arresto.Uno dei due - Mario Castagnacci - ha precedenti penali per reati legati al mondo della droga, ed era libero da poche ore quando ha preso parte a pestaggio di Emanuele. Sarebbe però stato un suo pugno fatale a determinare la morte di Emanuele. Critiche severe sono state mosse nei confronti dei buttafuori: pare infatti che la rissa fosse scoppiata all'interno del locale e che i due preposti alla security non avrebbero fatto nulla per sedare gli animi all'interno del locale stesso ma che, piuttosto, siano stati proprio loro ad iniziare il pestaggio all'esterno del locale. La tremenda vicenda si è svolta nel breve volgere di quindici minuti, nel corso dei quali nulla è stato possibile fare per sottrarre Emanuele alle mani dei suoi aggressori.

Il funerale

Le esequie si sono svolte questa mattina nella chiesa di Tecchiena-Castello, frazione di Alatri officiate dal vescovo della Diocesi di Anagni-Alatri, monsignor Lorenzo Loppa. La chiesa e l'area immediatamente antistante erano colme di concittadini di Emanuele, ancora increduli dinnanzi al terribile fatto di sangue che ha sconvolto la quiete della loro tranquilla cittadina.