Si chiamano pro-ana, i siti web che attirano le ragazze per farle diventare anoressiche o per peggiorare la condizione di salute in tema di cibo. Le ragazze vengono aggiunte a dei gruppi WhatsApp con l'intento di fargli sviluppare la malattia dell'anoressia.
C'è da aver paura
Sono i nuovi gruppi di WhatsApp quelli PRO-ANA, ovvero che incitano le ragazze a diventare sempre più magre fino all'anoressia. Per essere aggiunte a questi gruppi basta superare un test rispondendo a domande come "Quante volte ti pesi al giorno?" "Quanta attività fisica fai?
"; successivamente all'aggiunta nel gruppo, le ragazze devono rispettare nella propria vita i "Comandamenti Pro-Ana" altrimenti, scrivono gli ideatori dei gruppi, diventeranno grasse. Una rivelazione che ha dell'incredibile, commenti orridi e inappropriati volti esclusivamente a far comparire una patologia pericolosissima, che ridurrebbe con il passare degli anni, tantissime ragazze in fin di vita.
Alcune ragazze terrebbero sempre con se un'agenda con scritto i 10 comandamenti da ricordare come ad esempio:
- essere magri è più importante che essere sani
- se non sei magra non sei attraente
- riduci le calorie dopo aver contato l'assunzione
- quello che dice la bilancia è la cosa più importante
Chi sono le vittime
Le vittime che diventerebbero assidue seguaci dei gruppi PRO-ANA, sarebbero ragazze alla ricerca del corpo perfetto e ANA, diminuitivo di anoressia, sarebbe per loro una vera e propria religione anche se in realtà è come una setta.
Una ragazza scrive in uno di questi gruppi "Io morirò soffocata dal mio grasso" ma un'altra risponde "Ana ci vuole forti e belle". Per queste ragazze con problemi psicologici, essere parte di un gruppo così estremo è un po' come far parte di qualcosa di importante e loro è come si sentissero ascoltate.
Anche nel resto del mondo sono sempre di più i casi di ragazze divenute anoressiche per colpa di siti web che incitavano a non mangiare o vomitare dopo i pasti.
In Italia soffrono di DCA il 3-5% delle donne, il 10% dei malati sono uomini che reputano una vittoria la perdita anche di 1 etto perso, secondo la Dottoressa Maria Grazia Rubeo, medico psichiatra e responsabile dell'AIDAP, i siti "Pro-Ana" e "pro-mia" attirerebbero tutte quelle persone che avrebbero perso totalmente il senso della vita e sempre più spesso sono giovanissimi che sono così convinti di quello che stanno facendo che aiutarli è quasi impossibile.