La tanto annunciata manovra aggiuntiva alla legge di bilancio 2018 sembra essere finalmente arrivata. Da mesi oramai il garante per le telecomunicazioni Agcom premeva per rendere illegittima la pratica delle bollette di 28 giorni per la telefonia fissa, fibra e adsl. L'onorevole Alessia Morani aveva presentato in proposito una mozione da inserire nella legge di bilancio. Mozione che sulle prime non era stata inserita. Grazie alle sollecitazioni del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e delle associazioni di consumatori, sembra finalmente arrivare per gli abbonati una buona notizia.

Nel decreto fisco è stato infatti inserito un emendamento a firma Esposito e Marcucci, sulla scorta della mozione Moroni. Vediamo cosa cambia per gli utenti.

Divieto di fatturare a 28 giorni per tutti

E' proprio questa la buona notizia per i consumatori. Oggi, infatti, grazie alle norme del libero mercato, gli operatori di telefonia mobile sono autorizzati a fatturare in maniera autonoma rispetto ai gestori di telefonia fissa. Cioè se un gestore di telefonia mobile fattura a 28 giorni, l'autorità per le telecomunicazioni ha meno appigli per tutelare gli utenti. Anche per questo, notizia di pochi giorni fa, Sky ha introdotto in piena bufera contestazione la fattura di 4 settimane, ed è stata già diffidata dall'Agcom per non aver informato correttamente i suoi abbonati.

Con l'emendamento proposto invece, tutti gli operatori "in tutti i settori soggetti ad authority indipendenti, non potranno più emettere fatture a 28 giorni". Questo per evitare che la pratica della fatturazione anomala possa estendersi anche ad altri settori.

Cosa cambia: multe e rimborsi per chi sgarra

L'emendamento proposto al decreto fisco innanzitutto modifica la legge numero 481 del 1995 che istituiva le authority, cioè la legge sulle "Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità".

Altra introduzione importante è l'aumento delle sanzioni per i gestori inadempienti. Abbiamo spiegato perché le compagnie telefoniche fino ad oggi preferissero pagare le multe piuttosto che aderire alla fatturazione mensile, mettendo le sanzioni stesse in bilancio. Di fronte ad una multa che potrà arrivare anche a 5 milioni di euro, come previsto dall'emendamento, probabilmente non ci sarà più convenienza nel farlo. Infine ogni qualvolta che il gestore fatturerà al proprio abbonato una bolletta che non rispetti la naturale scadenza mensile, l'abbonato avrà diritto ad un indennizzo forfettario di 50 euro.

Manca il riferimento ai rimborsi retroattivi

C'è però una pecca nell'emendamento proposto. Non c'è infatti traccia del rimborso retroattivo. Ciò significa che se fino ad ora i gestori hanno fatturato a 28 giorni, potrebbero in qualche modo farla franca. Lo dice lo stesso ministro Calenda. Il ministro, oltre a confermare lo stop delle bollette di 28 giorni, ha anche chiarito che il governo non si occuperà delle multe e del passato. La cosa è infatti di competenza dell'Agcom. Tuttavia, data la battaglia che il garante delle telecomunicazioni sta portando avanti da anni è molto probabile, se non certo, che di questo aspetto se ne occuperà, cosa che in effetti fa da tempo.

Gasparri: gli operatori non aumentino i prezzi altrimenti sarà scontro penale

Non usa mezzi termini il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Accusa il governo Gentiloni di non aver voluto fermare la "truffa" delle bollette, e il ministro Calenda di aver fatto interventi tardivi. Ribadisce infine che per porre rimedio alla situazione è necessario votare l'emendamento proposto. E chiude con una promessa: se gli operatori telefonici e Sky torneranno a 12 bollette annuali ma aumenteranno i prezzi, manderemo tutti davanti al giudice penale. Vedremo cosa risponderanno i diretti interessati.

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