Il report annuale sulla sicurezza stradale ha evidenziato i dati rilevati dall'ocse aggiornati al 2015, ultimo anno di monitoraggio. Dal 2000 ad oggi la mortalità su strada peggiora. Rispetto alla media dell'Ue, il tasso mortale tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni è addirittura il doppio. Aumentano purtroppo anche gli incidenti pedonali. Nello specifico sarebbero gli anziani tra le vittime più preoccupanti con un aumento del 3%.

Educazione stradale: troppa negligenza alla guida

Esiste ovviamente una correlazione accertata tra tasso di incidentalità e comportamenti a rischio.

Premesso che il numero di multe per guida in stato di ebrezza è nettamente in calo, il 10% degli incidenti sarebbe ancora attribuibile alla presenza di un alto tasso alcolemico. Il fulcro del problema adesso è l'uso dello smartphone. Sono state circa 150 mila infatti le multe per l'uso dei telefoni senza l'ausilio dell'auricolare. Nonostante l'emanazione della direttiva Minniti sulle modalità di accertamento e cooperazione delle forze dell'ordine, al fine di contenere il più possibile sinistri stradali, sembrerebbe che i comportamenti a rischio come l'eccesso di velocità, e le distrazioni causate dall'uso del cellulare non accennino a diminuire.

Dati dell'Ocse: miglioramenti in stallo

L'obiettivo europeo è quello di dimezzare il numero di vittime di incidenti stradali.

Date le ultime stime raccolte dall'Ocse, è sicuramente evidente un calo degli incidenti complessivi, ma il numero di decessi non riporta cali significativi. Numericamente ci si aggira intorno al -4,7 % di decessi, -0,8% nel numero di incidenti e -0,5% di vittime ferite gravemente. Miglioramenti non sufficienti se paragonati agli altri paesi dell'Unione Europea.

Tuttavia non è soltanto la negligenza e la superficialità degli automobilisti ad uccidere: tra le cause figurano deterioramento di strade e autostrade. La strada killer più efferata è inaspettatamente la città, con un aumento di incidenti del +8,6% contro una diminuzione del -0,2% sulle strade urbane. Uno dei più gravi problemi dimostrati è l'alto tasso di incidentalità nelle principali città italiane, dovuto tra le altre variabili, ad una maggiore esposizione in termini di distanza e percorso.

Pedoni e motociclisti in pericolo

Nel periodo che va dall'anno 2000 ad oggi è stato registrato un netto miglioramento nel numero dei decessi per gli amanti degli scooter, probabilmente un grande contributo è stato dato dall'introduzione del casco obbligatorio. A peggiorare sono invece i numeri indicatori dei decessi pedonali e dei centauri, rispettivamente l'Ocse attesta al riguardo un +4,2% e un +9,8%. A supporto di un quadro decisamente sfavorevole per i pedoni, sembrerebbe che gli italiani inizino ad apprezzare i viaggi a piedi. I chilometri effettuati senza l'ausilio di mezzi di trasporto sono passati dal 14,3% al 17,1% e le vendite di benzina in un anno hanno subito un regresso dell'1%. Purtroppo andare a piedi o in moto nelle grandi città continua ad essere controproducente: l'indice di mortalità per i pedoni è 4 volte più alto rispetto allo stesso per gli automobilisti.