Sono trascorsi, dalla morte del piccolo Samuele, ben 15 anni. Eppure sembra ieri che il delitto di Cogne riempiva i giornali e le trasmissioni televisive arricchendosi puntualmente di nuove ipotesi, nella speranza che non fosse stata proprio lei, annamaria franzoni, ad uccidere il figlioletto.

Tutto accadde il 30 gennaio 2002: Annamaria Franzoni uscì di casa per accompagnare il figlio più grande, Davide, al pullman che l'avrebbe portato all'asilo, lasciando solo il più piccolo, Samuele, che si trovava disteso nel lettone dei genitori affinché non piangesse durante la sua brevissima assenza.

In quel ridotto lasso di tempo, qualcuno sarebbe entrato nella residenza, fracassando il cranio del piccolo e fuggendo senza lasciare alcuna traccia.

"Desidero essere dimenticata"

Samuele aveva soltanto 3 anni e 128 giorni. La Franzoni chiamò il 118, disse che Samuele stava vomitando sangue, e quando i soccorritori giunsero nel luogo indicato, lo trovarono con ferite alla testa e alle mani: il bambino morì poco dopo. Per la legge, la madre è sempre stata l'unica imputata per questo efferato delitto, mentre lei si è costantemente dichiarata innocente. Non è mai stata creduta e, di conseguenza, è stata condannata in via definitiva per omicidio, dopo 6 anni di interventi e lacrime in televisione, interviste, battaglie di avvocati e periti.

Tutto inutile.

Oggi la mamma di Samuele si trova agli arresti domiciliari a Ripoli Santa Cristina dal giugno 2014 dopo sei anni di carcere, con il marito che l'ha sempre difesa e sostenuta in quest'arco di tempo, e i figli Davide e Gioele che oggi hanno rispettivamente 22 e 14 anni. È un po' ingrassata rispetto al passato, ha il viso liscio e disteso, e attende con ansia luglio 2019, quando per la legge tornerà ad essere una donna libera.

"Quando sarò libera me ne andrò all'estero"

"Me ne andrò dall'Italia", ha dichiarato a "Libero Quotidiano", lei che dal 2006 non rilasciava interviste, e che non ha alcuna intenzione di ricominciare a farlo ora. Tutto il paese sta dalla sua parte, perché è pur sempre "una madre che ha perso un figlio", come era successo a Cogne quando nessuno volle parlare di lei.

Anche qui accade la stessa cosa: neppure il parroco della piccola chiesetta del paese rilascia dichiarazioni, rispondendo alle domande del giornalista con un: "Non dico una parola sulla Franzoni, non insista".

Lei, intanto, continua a sostenere che l'assassino del figlio non è stato ancora scovato, mentre il vicino di casa Ulisse Guichardaz, che i coniugi Franzoni accusarono dell'omicidio del figlio, e che li denunciò per calunnia, ha visto il reato finire in prescrizione. Nel frattempo, la famiglia Franzoni dovrà versare la parcella all'avvocato Taormina, ben 275.000 € che, con l'aggiunta di Iva e interessi, oggi ammonta a ben 400.000 €.

Annamaria Franzoni era stata condannata a 30 anni (diventati 24 per il rito abbreviato), in Appello a 16 anni, ridotti poi a 13 dall'indulto, che la Cassazione ha confermato nel 2008.

È rimasta in carcere per 6 anni e un mese prima di ottenere i domiciliari. Da quel momento, e fino al luglio 2019, la donna è rimasta e resterà nella sua villetta di Ripoli, piccolo paesino dell'Appennino dove tutti si conoscono e vanno a fare la spesa negli stessi negozi. Al giornalista di "Libero Quotidiano" ha detto che è serena e che lo è sempre stata.