Durante una trasmissione in onda sull'emittente Al-Assema, un avvocato egiziano ha definito "dovere nazionale" stuprare una ragazza in abiti succinti. Dichiarazioni che arrivano dopo la notizia proveniente dall'India di una ragazza bruciata via dal cognato per aver detto no ad un tentativo di violenza. Cambia il Paese, ma il concetto rimane lo stesso: sì alla violenza contro le donne, "colpevoli" di indossare vestiti che lasciano intravedere parte del corpo oppure di non voler sottostare alla violenza di uno o più uomini. In queste ore, l'egitto è sotto i riflettori dei media italiani anche per un'altra questione, che riguarda molto da vicino la nostra nazione.

Egitto, avvocato shock

Le parole di Nabih al-Wahsh, l'avvocato egiziano ospite del programma trasmesso su Al-Assema, hanno riacceso il dibattito inerente la violenza contro la donna in Egitto. L'uomo appartiene all'ala ultra-conservatrice del Paese, la stessa per cui la violenza è giustificata qualora la donna si vesta con abiti succinti, "all'occidentale" come direbbero nei Paesi dove la religione musulmana rappresenta un valore assoluto. Non tutti però la pensano allo stesso modo.

Alcune delle donne presenti nello studio televisivo hanno protestato vivacemente contro le parole pronunciate dall'avvocato, altre invece sono rimaste in silenzio, rassegnate forse ad una concezione ben radicata nella mente dell'uomo.

Dopo qualche ora dall'accaduto, il National Council for Women del Cairo ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà una denuncia all'indirizzo di al-Wahsh e al canale tv. L'organizzazione per le donne egiziane ha inoltre invitato le trasmissioni televisive a non ospitare personaggi le cui posizioni nei confronti della donna sono tristemente note.

"Dovere nazionale stuprarla"

Questa la frase incriminata pronunciata in diretta televisiva da Nabih al-Wahsh, di fronte per giunta a delle donne, anche loro ospiti della trasmissione del canale Al-Assema: "Si può essere felice quando vedi una ragazza che cammina per la strada con metà del corpo in mostra? Io dico - ha proseguito l'avvocato - che quando una donna cammina in quel modo è un dovere patriottico metterla in pericolo e - conclude al-Wahsh scatenando l'indignazione in studio - un dovere nazionale stuprarla".

L'uomo non è nuovo al pronunciamento di frasi sessiste e che incitano gli altri uomini alla violenza contro le donne. Ciò nonostante, continua ad essere invitato in televisione e gli viene permesso di esprimere liberamente il suo pensiero. Un pensiero arretrato e tremendamente atroce in merito al quale ogni commento appare superfluo.