Donald Trump si è difeso nei giorni scorsi sulla scia dei recenti commenti denigratori su Haiti e le nazioni africane, dichiarando "Io non sono un razzista". Al contempo, anche due due senatori repubblicani hanno fatto marcia indietro sulla loro interpretazione dei commenti. Il Presidente ha affrontato il problema quando è arrivato nel suo club privato di golf con il leader della maggioranza della Camera, Kevin McCarthy. Alla domanda della stampa sul presunto razzismo insito nelle dichiarazioni, Trump ha ribattuto: "Sono la persona meno razzista che abbia mai intervistato.

Che posso dirti".

Tuttavia, Trump è stato accusato di aver usato la parola "shithole" per descrivere i paesi africani, durante una riunione dell'Ufficio Ovale. Inoltre, secondo le persone che sono state informate sulla conversazione, il Presidente ha anche messo in dubbio la necessità di ammettere più haitiani negli Stati Uniti, affermando che preferirebbe immigranti provenienti da paesi come la Norvegia.

Nei giorni scorsi però, The Donald ha negato di aver reso le dichiarazioni a lui attribuite. "Hai visto cosa hanno detto i vari senatori nella stanza riguardo ai miei commenti? - ha detto - Non erano fatti." Infatti, due senatori repubblicani, che in precedenza avevano detto di non ricordare la volgarità usata da Trump per descrivere i paesi africani, hanno ritrattato le loro stesse dichiarazioni.

David Perdue, per esempio, senatore della Georgia, ha descritto l'asserzione di Trump come una "grossolana rappresentazione errata".

Quest'ultimo, inoltre, nel tentativo di calmare le acqua, ha accusato il senatore democratico Dick Durbin dell'Illinois e il repubblicano Lindsey Graham della Carolina del Sud, di aver sollevato un caso mediatico.

"Ti sto dicendo che non ha usato quella parola. E ti sto dicendo che si tratta di un malinteso", ha detto Perdue su ABC di "This Week".

Tom Cotton, invece, altro senatore presente altro membro presente del Senato, non sembra volersi esporre troppo, a differenza dei colleghi sopracitati. "Non ricordo in modo specifico questi commenti del Presidente - ha dichiarato a "Face Nation" della CBS - "Ero seduto più lontano da Donald Trump di quanto lo fosse Dick Durbin".

Nel frattempo, i commenti imputati di razzismo e la reazione registrata, hanno messo in luce l'amara divisione tra gli evangelici americani riguardo l'attuale presidenza americana.

Mentre alcuni dei sostenitori di Trump hanno espresso sostegno per la sua leadership, molti altri leader evangelici, che in passato difesero il suo operato, non hanno commentato le recenti dichiarazioni. Dal fronte dei cristiani conservatori però, sembra non esserci dubbio sul razzismo proprio del Presidente. "La tua discussione pro-vita suona vuota se non hai un problema con questo bigottismo xenofobo", ha twittato il pastore Earon James della Relevant Life Church a Pace, in Florida.