In un modo o nell’altro siamo stati tutti studenti e a chi più e a chi meno sarà capitato di criticare l’operato di professori e maestre. Questo “maestro non sa insegnare” o “quel professore non è capace”, o ancora “preparatissimo ma forse dovrebbe fare il ricercatore, non l’insegnante”, sono frasi che si sentono spesso dalle scuole elementari fino alle università. Ma come si fa a riconoscere un insegnante “portato” da uno che invece farebbe bene a lasciar perdere l’insegnamento? Davanti a questa domanda risulta difficile dare una risposta però un giornalista de L’Eco di Bergamo nelle vesti di un genitore che si interroga su chi sarà a occuparsi della formazione dei figli ha elaborato una lista di dieci caratteristiche che, a suo giudizio, dovrebbero rispecchiare l’insegnante ideale.

Chi insegnerà a mio figlio?

Nella mente di un genitore arriva inesorabile infatti il momento in cui, quando proprio figlio deve cambiare Scuola, si chiede: “come saranno i prossimi professori di mio figlio?”, con la speranza di trovare persone competenti e qualificate in grado formare e tirar fuori il meglio dagli studenti. La domanda è effettivamente più che legittima, in special modo se si considera il continuo avvicendamento di anno in anno tra insegnanti che porta a ruotare i docenti anche nel bel mezzo del ciclo scolastico. Questo problema si fa più credibile quest’anno in cui, per effetto dell’aggiornamento delle graduatorie, migliaia di docenti precari presentano domanda per chiedere il trasferimento dal Nord al Sud.

E a questo bisogna aggiungere anche le nuove immissioni in ruolo. Proprio il sistema di reclutamento dei docenti, rinnovato lo scorso maggio, centra la problematica della questione: come scegliere i migliori aspiranti docenti visto che si parla di una professione che attira sempre meno in virtù della scarsa retribuzione, delle vessazioni di studenti, genitori e presidi e dell’ormai decaduto prestigio sociale?

Le caratteristiche del docente ideale

Da considerare c’è poi la questione della formazione dei docenti stessi. Come giustamente scrive Caiazzo nel suo articolo, per formare dei buoni docenti ci vogliono dei docenti altrettanto bravi e visto che i criteri in questo senso sono molto soggettivi, il giornalista stesso ha provato a tracciarne un profilo ideale nei panni di genitore.

Ricapitolando, secondo Caiazzo un buon docente dovrebbe

  • Essere in grado di spiegare chiaramente con autorevolezza
  • Saper motivare all’ascolto e allo studio coinvolgendo anche i più distratti
  • Essere in grado di gestire la classe, facendo rispettare le regole ma anche gratificando chi si impegna
  • Aiutare i propri studenti a crescere e a sviluppare le loro qualità
  • Essere in grado di consigliare e comprendere le loro problematiche gettando così un ponte anche con le famiglie
  • Sapersi relazionare con colleghi e genitori

Sorprende forse che in questa lista manchi un riferimento alla effettiva preparazione dell’insegnante nella sua materia ma, effettivamente, le competenze elencate sembrano essere sicuramente di maggiore impatto relativamente alla formazione degli studenti come individui e come cittadini piuttosto che degli automi farciti di nozioni.

Tuttavia, al termine del decalogo Caiazzo ricorda che, essendo quella dell’insegnante una missione difficile e delicata, “se si vuole una scuola di qualità bisogna attrarre economicamente e socialmente i più capaci”, oltre naturalmente a formare gli aspiranti docenti con la stessa passione che dovranno avere questi una volta entrati in classe suggerendo, oltre all’entusiasmo, a chi non è adatto di cambiare mestiere.