Ringraziamo di cuore i nostri "venticinque" lettori per i commenti che ci sono pervenuti e per i retweet riservati al nostro precedente articolo incentrato sul rapporto tra giovani e anziani all'interno delle aziende. Dicevamo, in quell'articolo, che le dinamiche relative alla gestione e organizzazione del personale all'interno delle imprese e delle organizzazioni complesse, devono considerare che giovani e anziani non sono in concorrenza ma complementari. E questa complementarietà comporta necessariamente che alcune funzioni siano più indicate per le persone mature e non solo in riferimento alla maggiore esperienza o cultura che esse possano avere rispetto ad un giovane.
Molti studi effettuati in materia di gestione del personale hanno indicato come i lavoratori più anziani siano generalmente più puntuali e presenti sul posto di lavoro, il che riduce i problemi legati alla puntualità e all'assenteismo. Da un punto di vista della fedeltà all'azienda e al datore di lavoro, inoltre, si dimostrano più affidabili e con un più alto grado di dedizione alla specifica mansione e all'attività che svolgono. Al di là, quindi, delle competenze e del grado di esperienza, anche questi possono essere fattori importanti per una azienda che, per alcune mansioni o per particolari settori produttivi, abbia necessità di migliorare queste caratteristiche nella compagine dei propri dipendenti.
E' importante per i datori di lavoro diversificare le fasce di età all'interno dello staff dei propri collaboratori, considerando senza pregiudizi il fatto che assumere anche personale più maturo può essere un fattore essenziale per i nuovi assetti organizzativi e di mercato. Naturalmente, questi lavoratori hanno anche delle caratteristiche fisiche (di minore forza o resistenza) che ne condizionano le prestazioni ed in relazione alle quali vanno considerate soluzioni innovative ed accordi di lavoro più elastici.
Si tratta di sviluppare nuovi rapporti che possano rendere compatibili le condizioni di lavoro con i limiti di prestazione. Per questo andrebbero considerate, ad esempio, forme di occupazione part-time, orari flessibili e sistemi innovativi di job sharing che consentano di utilizzare ed attirare (o trattenere) nelle aziende collaborazioni di lavoratori più anziani.
L'età anagrafica si allunga sempre più e anche l'età pensionabile si sposta progressivamente sempre più avanti. E questi mutamenti nelle dinamiche demografiche stanno determinando prospettive interessanti legate alle nuove tecnologie e alle cosiddette "smart city". E' di questi giorni la notizia che a Stoccolma si organizzano gli "iPad caffè" per insegnare ai nonni l'impiego dei tablet e, più in generale, si stanno progettando infrastrutture come semafori più lenti, pavimenti intelligenti e app per connettere gli anziani con i loro familiari.
Si dice che il mestiere di essere vecchi deve essere imparato fin da giovani ed è importante che i giovani proseguano nella direzione di sviluppare smart city che contengano sempre più "smart company" innovative e a misura delle diverse generazioni.