L'Istituto nazionale di statistica ha diffuso oggi i dati su occupati e disoccupati relativi a marzo 2015: il tasso percentuale di disoccupazione in Italia è salito al 13%, inferiore alle aspettative e purtroppo in rialzo rispetto a quello relativo al mese di febbraio (12,7%). Con il tasso percentuale di disoccupazione, l'Istat ci segnala, fra tutte le persone in età lavorativa (da 15 a 74 anni), quante dichiarano di essere in cerca di lavoro: i dati sulla disoccupazione sono tra i più seguiti perché offrono indicazioni sulla congiuntura economica ed influiscono anche sul dibattito politico.

In Italia il tasso di disoccupazione giovanile (da 15 a 24 anni) è al 43,1% (dal 42,8% di febbraio).

Unione europea: disoccupazione al 9,8%

Finalmente abbiamo i più recenti tassi di disoccupazione dei 28 paesi membri, forniti dall'ufficio di statistica dell'Unione Europea, Eurostat, nella sua consueta stima "flash". Nell'elaborazione delle statistiche sulla disoccupazione, Eurostat si basa sulla definizione internazionale stabilita dall'ILO (International Labour Organization) ed i rilevamenti sono effettuati con la "European Union Labour Force Survey (LFS)", un'indagine di mercato effettuata in 33 nazioni. Nell'area dell'euro il tasso di disoccupazione risulta invariato all'11,3%, inferiore delle aspettative.

Nell'intera UE la disoccupazione giovanile (da 15 a 24 anni) è 20,9% ma nell'area dell'euro 22,7%.

Si riportano di seguito gli ultimi dati disponibili di tutti i Paesi membri, ordinati in due gruppi, a seconda dell'appartenenza o meno all'area dell'euro.

A) Stati dell'UE che hanno adottato l'euro: Germania (4,7%), Austria (5,6%), Lussemburgo (5,7%), Malta (5,8%), Estonia (5,9%), Paesi Bassi (7,0%), Belgio (8,5%), Finlandia (9,1%), Slovenia (9,3%), Lituania (9,5%), Irlanda (9,8%), Lettonia (10,4%), Francia (10,6%), Slovacchia (12,2%), Italia (13,0%), Portogallo (13,5%), Cipro (16,0%), Spagna (23,0%) e Grecia (25,7%).

B) Stati dell'UE che mantengono la propria valuta: Regno Unito (5,5%), Repubblica Ceca (5,8%), Danimarca (6,4%), Romania (6,5%), Ungheria (7,4%), Polonia (7,7%), Svezia (7,7%), Bulgaria (10,4%) e Croazia (18,2%).

Nei prossimi anni l'azione dei governi contro la disoccupazione dovrebbe essere incentrata soprattutto su vantaggi fiscali perché i tassi d'interesse, nell'area dell'euro ed anche in altri stati, sono scesi a livelli prossimi allo zero.

Inoltre la banca centrale europea sta già continuando con il c.d. "quantitative easing" (acquisto di titoli di stato al fine di immettere nuova liquidità monetaria nell'economia) e c'è un'altra banca centrale molto importante che sembra già pronta a seguirla: la Banca Popolare Cinese.

Non mancano alcune perplessità sull'immediata efficacia dell'operazione della BCE, dovute alle difficoltà di immettere liquidità nella c.d. economia reale, tuttavia nel medio e lungo termine i risultati dovrebbero essere positivi.