La provincia di Trento conta diversi casi di eccellenza nel settore dei progetti europei. Università, fondazioni, enti ed imprese trentine lo scorso anno sono state coinvolte in circa un centinaio di progetti finanziati dalla Commissione europea. A pochi giorni dalla Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, che si terrà dal 22 al 25 ottobre a Riva del Garda, ne parliamo con Matteo Lazzarini, segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana ed esperto in finanziamenti europei.

Dott. Lazzarini, quali sono le “eccellenze” trentine nell’europrogettazione?

Lo scorso anno enti e imprese della provincia di Trento sono stati coinvolti in 91 progetti e appalti europei. Metà di questi progetti vede implicati tre enti: l’Università di Trento, la Fondazione Kessler e la Fondazione Edmund Mach. Sono dati ufficiali elaborati sulla base delle informazioni del Sistema di Trasparenza finanziaria della Commissione europea che rende noti i beneficiari dei fondi gestiti direttamente dalla Commissione, dal suo staff nelle diverse delegazioni Ue e attraverso le agenzie esecutive.

A quali programmi europei partecipano i trentini?

Principalmente a programmi di ricerca, che tra l’altro sono anche i più competitivi. L’Università di Trento, una delle più competenti al mondo nel settore dell’europrogettazione, nel 2015 ha ottenuto il finanziamento di 29 nuovi progetti, 20 dei quali all’interno del Programma Horizon 2020.

Sempre in Horizon 2020, la Fondazione Bruno Kessler si è inserita in 8 nuovi progetti e la Fondazione Edmund Mach in 6 progetti.

Che tipo di progetti sono stati finanziati?

Riguardano i settori più diversi: ingegneria civile, biologia integrata, scienza dell’informazione, matematica, ricerca sociale. Come, ad esempio, il progetto “FoodIntegrity” che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori europei migliori garanzie in merito alla sicurezza, l'autenticità e la qualità dei prodotti alimentari in Europa.

Oppure “Solsa”, un progetto innovativo per le tecnologie applicate alle esplorazioni sostenibili. O ancora il “WeLive” che rappresenta un nuovo approccio di e-government promuovendo la co-innovazione e la co-creazione di servizi pubblici personalizzati. Progetti certamente complessi che vedono gli enti trentini impegnati a collaborare, per alcuni anni, in stretta sinergia con decine di partner di tutto il mondo.

Qual è il segreto di tanto successo?

Il Trentino “fa sistema”. Il settore pubblico ha assunto un ruolo importante nel settore dell’innovazione e della ricerca e collabora raccordandosi con le più importanti realtà del mondo imprenditoriale, con l’Università e con i centri di ricerca. Le idee da sole non bastano. Supportare i progetti con i finanziamenti europei necessita di strutture dedicate e di personale competente. ​Per questo l’Università ha creato la “Divisione per il supporto alla ricerca scientifica e al trasferimento tecnologico” che si è rivelata una scelta vincente. Così come si sono dotate di strutture moderne e flessibili, e a vocazione internazionale, le Fondazioni e gli altri enti trentini attivi nell’europrogettazione.

La Provincia di Trento è ben rappresentata a Bruxelles?

La Provincia Autonoma di Trento, quella di Bolzano e il Land austriaco del Tirolo si presentano congiuntamente sulla scena europea. Una scelta lungimirante. La “Rappresentanza” ha sede in un edificio comune, a due passi dalle Istituzioni europee. È un esempio di come si dovrebbe far Sistema a Bruxelles tra territori che condividono priorità e dinamiche socio-economiche simili e che inevitabilmente portano ad una convergenza di interessi a livello europeo.