Con la Legge di Stabilità del 2014 è entrato in vigore il bonus Renzi ovvero la misura che prevede un aiuto economico di 80 euro in busta paga per chi rispetta determinati requisiti reddituali. La misura destò subito pareri contrastanti, c'era infatti chi affermava che la stessa era solo un modo per "comprare" voti e chi invece era favorevole all'iniziativa che avrebbe dato un po' di respiro a tanti lavoratori. In questi giorni però le critiche sono state davvero dure visto che tanti lavoratori hanno dovuto restituire il bonus per aver superato la fascia di reddito prevista o non raggiunto quella minima.

Vediamo di fare un po' di chiarezza sui requisiti per averne diritto.

Dal minimo al massimo, ecco le fasce di reddito

A destare le critiche maggiori è stato proprio il reddito minimo per poterne usufruire che deve essere superiore a 8 mila euro annui, soglia minima affinchè le detrazioni base non superino l'IRPEF e quindi vi sia capienza per usufruire dell'aiuto. Il problema nasce dal fatto che molti lavoratori non hanno rinunciato al bonus e non hanno raggiunto il reddito minimo trovandosi ora a dover rendere i 960 euro percepiti. Tale cifra è infatti l'importo annuo del bonus che viene erogato se non si superano i 24 mila euro di reddito. Tra i 24 mila e i 26 mila euro di reddito il bonus Renzi viene erogato in percentuale mentre superando tale soglia non se ne ha diritto.

Tassazione e modalità di restituzione degli 80 euro

Il bonus non prevede alcuna tassazione ed è esente da contributi e imposte pertanto gli 80 euro mensili saranno netti e puliti. Bisogna però prestare un po' di attenzione in quanto concorrono a formare il reddito complessivo non solo i compensi da lavoro dipendente ma anche i compensi dei soci di cooperative, borse di studio, collaborazioni a progetto e redditi assimilati a quelli da lavoro pertanto occorre tenere conto di tutto.

E chi ha superato le fasce di reddito? Dovrà restituire il bonus o con la dichiarazione dei redditi o in busta paga in un'unica soluzione.

Un mare di disinformazione e polemiche

Parliamoci chiaro, molti hanno accettato il bonus senza pensare ai requisiti e senza neppure informarsi sulla normativa. Per lo meno questo è quanto traspare dal tenore delle critiche alla manovra che si leggono in rete.

Tanti sostengono di essersi visti assegnare il bonus senza chiederlo e di aver visto la trattenuta in busta paga senza nessuna segnalazione. La verità è che il datore di lavoro dovrebbe chiedere al dipendente con un apposito modulo se vuole o meno usufruire degli 80 euro e, se non lo fa, il lavoratore dovrebbe comunque parlare con l'ufficio paghe chiedendo di non usufruirne qualora sappia già di superare il reddito. Nel complesso, insomma, quella che sarebbe dovuta essere una misura a sostegno del reddito si sta rivelando un disastro.