Non giriamoci intorno e togliamo subito il punto interrogativo dal titolo: il Jobs Act di Renzi aumenterà il precariato, su questo in pochi possono dire il contrario se hanno un minimo di senso logico. Il Jobs Act andrà a toccare punti importanti dei contratti a tempo determinato e dell'apprendistato lasciando ai datori di lavoro ancora più discrezionalità che adesso, riducendo le possibilità di stabilizzazione al lavoro per molti, in particolare i giovani.

Inoltre bisogna aggiungere che, almeno ad ora (speriamo di essere smentiti dai fatti), i cosiddetti ammortizzatori sociali come il salario minimo, il sussidio di disoccupazione, la maternità, ma anche il contratto unico e la riforma dei Centri per l'impiego, sono tutti elementi tanto sbandierati da Matteo Renzi per bilanciare l'aumento della flessibilità (= precariato) dovuto a questi "interventi necessari" per incentivare le assunzioni, che però verranno affidati ad una legge delega che, conoscendo un po' come sono queste cose, sarà un parto molto difficile.

Fatto sta che ad ora il tanto temuto-voluto-citato ecc... Jobs Act di Matteo Renzi si è tradotto in un decreto del governo che consente contratti a tempo determinato senza causalità fino a 36 mesi, prorogabili a piacere o quasi dal datore di lavoro (lo ha detto Tito Boeri di La Repubblica e riportato anche da Il Fatto Quotidiano: si potrebbe rinnovare un contratto di lavoro ogni settimana e quindi ben 156 volte nell'arco di tre anni) e che consente di cambiare gli apprendisti ancora con più facilità come se fossero calzini e senza formarli davvero, come potete leggere nei due approfondimenti Jobs Act: come cambia l'apprendistato e Jobs Act: come cambia il contratto a tempo determinato.

Fosse finita qui già non sarebbe bellissimo per i lavoratori atipici ed i giovani, invece c'è da aggiungere che se la legge delega di cui sopra sugli altri punti del Jobs Act andasse in porto secondo le intenzioni di Matteo Renzi, col contratto unico di lavoro l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non si applicherà per i primi tre anni del contratto a tempo indeterminato.

Riassumendo: fino a 36 mesi (tre anni) di contratto a tempo determinato prorogabile a piacere, poi altri tre anni di eventuale contratto a tempo indeterminato con però la possibilità di licenziamento libero. Fate voi le vostre considerazioni.