La Legge di Stabilità 2015, approvata dal Governo Renzi lo scorso 15 ottobre, ha inferto un altro duro colpo alla già critica situazione della Scuola Italiana: tagli per un totale di 615 milioni di euro e misure quali cancellazione delle supplenze brevi, riduzione del personale ATA, abrogazione esoneri e semiesoneri per i collaboratori del dirigente scolastico e modifica della composizione delle commissioni per l'esame di maturità. Misure penalizzanti alle quali l'associazione sindacale Anief si oppone in maniera decisa e indice uno sciopero nazionale di tutto il personale delle istituzioni scolastiche per la giornata del 31 ottobre prossimo.

Marcello Pacifico, presidente Anief, invita tutti a partecipare a questa mobilitazione per "opporsi a questi provvedimenti, diversi ancora in cantiere, alcuni già approvati. E significa dare forza ad un nuovo organismo sindacale, che non si è mai svenduto. Un sindacato che non avrebbe mai sottoscritto, come hanno fatto altre sigle nel 2011, un'intesa per bloccare gli scatti di anzianità e per eliminare il primo gradone stipendiale dei neo assunti".

"Ma i grandi maestri che tutti noi vorremmo resuscitare operavano in contesti più facili dei nostri?" si chiede Paolo Mazzoli, dirigente scolastico di Roma, nella sua rubrica su "La Vita Scolastica". Il clima è tutt'altro che incoraggiante, eppure così come Maria Montessori oltre cento anni fa, nonostante la miseria, le problematiche sociali del tempo, riusciva ad aprire a Roma, nel quartiere disagiato di San Lorenzo, la prima Casa dei bambini, ci sono ancora oggi insegnanti che, nonostante tutto, credono che per educare siano importanti soprattutto la passione, i valori, il rispetto della personalità dell'educando.

Sono persone di volontà, di cui non tutti conoscono il nome, armate di lodevoli intenzioni, quegli insegnanti che, quando il materiale didattico è ridotto all'osso, portano pennarelli e matite colorate da casa, pagano di tasca fotocopie; sono insegnanti di sostegno che, a proprie spese, seguono corsi per imparare il linguaggio dei segni o ad usare il codice Braille, perché per loro è fondamentale entrare in sintonia col proprio alunno, poterlo accompagnare al meglio nel percorso di crescita. Sono insegnanti "che ancora oggi regalano ai loro alunni e alle loro famiglie qualcosa che non ha prezzo: un'esperienza scolastica che resterà incisa per la vita" (P. Mazzoli).