L'attuale normativa pensionistica in vigore, la legge Fornero, approvata dal governo Monti ed in vigore dal 2012, è caratterizzata da requisiti di accesso alla pensione molto rigidi. Quali sono questi requisiti? Oggi, un lavoratore per lasciare il lavoro deve raggiungere l'età di 66 anni e 3 mesi, per gli uomini, un anno in meno, per le donne. Dal primo gennaio 2016, se non cambierà nulla, serviranno 4 mesi in più per poter lasciare il lavoro, a causa dell'incremento dell'aspettativa di vita Istat. Secondo questo progetto, nel 2050, si potrà andare in pensione a 70 anni mentre per poter accedere alla pensione anticipata, serviranno 46 anni e 3 mesi di contribuzione.

Da considerare che l'aumento dell'età pensionabile, se non sopraggiungerà una modifica alla legge Fornero, potrebbe portare delle conseguenze negative sia sui lavoratori, assoggettati a delle vere e proprie penalizzazioni, sia sull'occupazione con poche possibilità di inserire nuovi giovani nel mondo del lavoro. Per evitare tutto questo, il governo Renzi sta valutando l'idea di riformare la legge previdenziale per renderla più flessibile attraverso diverse proposte, alcune delle quali, sono di seguito descritte, secondo quanto riportato in alcuni articoli pubblicati sul sito internet pensionioggi.it.

Prestito pensionistico

Con questo sistema, il lavoratore potrebbe avere la possibilità di lasciare il lavoro due o tre anni prima del requisito dei 66 anni.

Si tratterebbe di avere un anticipo sulla pensione che dovrà essere restituito, a piccole rate, dal lavoratore stesso nel momento in cui raggiunge i requisiti richiesti.

Quota 100

Con questo progetto, il lavoratore potrebbe avere la possibilità di lasciare il lavoro al raggiungimento della cosiddetta 'Quota 100', quale somma tra età anagrafica e anni di contribuzione (ad esempio, 60 anni di età con 40 anni di contributi versati oppure 64 anni di età e 36 anni di versamenti contributivi).

Opzione sistema contributivo

Questo progetto prevede l'applicazione di quanto già in vigore con l'opzione donna, cioè la possibilità di andare in pensione a 57 anni oppure 58 se lavoratori autonomi, al raggiungimento però dei 35 anni di contributi. Agli assegni pensonistici sarà applicato il metodo contributivo che provocherebbe una riduzione della pensione del 25-30 percento.