Secondo quanto disposto dalla legge 107/2015, all’art. 1, comma 73, i docenti di ruolo che nell’a. s. 2016/17 perderanno la titolarità nella propria Istituzione Scolastica, saranno assegnati ai propri Ambiti Territoriali di appartenenza.In breve, questa è la disposizione contenuta nella Buona Scuola di Renzi. Quale sarà la conseguenza di questa illogica e strampalata ipotesi per molti docenti già di ruolo?

Facciamo alcune ipotesi concrete - Un docente già perdente posto per l’anno scolastico che sta per iniziare, a partire dal 1 settembre 2015 insegnerà in due Istituti diversi: nella scuola A insegneràper 16 ore settimanali (scuola di titolarità) e nella scuola B insegnerà le restanti 2 ore settimanali, utili ai fini del completamento di cattedra.

Per quest’anno, in fondo, gli è andata persino bene. Ma cosa succederà l’anno scolastico successivo? Nell'a.s. 2016/2017, proprio in vista della forte contrazione annunciata dal Miur, da tutti i sindacati di categoria, e per la possibilità di rientrare nella propria Provincia, così come previsto dal Piano straordinario di assunzione della Legge 107/2015, il povero insegnante si ritroverà nella medesima condizione di esubero di quest’anno, a meno di un miracolo divino. Questa situazione, porterebbe nuovamente il docente in oggetto a dover ricorrere alla domanda di mobilità. Il conseguente risultato farebbe si, che il mal capitato insegnate rientrerebbe nella cosiddetta'chiamata diretta' dei Presidi sceriffi di cui tanto si è animatamente discusso.Una situazione, insomma, impossibile da accettare per molti docenti che hanno dato tanto alla scuola Pubblica e che ora vengono ‘scaricati’ come dei semplici pacchi postali.

Complimenti per la brillante idea di riforma della scuola!

Questa Buona Scuola ci farà riprovare l’ebrezza della precarietà -In poche parole, dal prossimo anno e per i prossimi tre anni, il docente già di ruolo, che presenterà istanza di mobilità in quanto perdente posto o per trasferirsi in altra classe di concorso, perderà la titolarità nella propria scuola e sarà ‘gettato in pasto’ agli Ambiti Territoriali, i quali, a loro volta, avranno il compito di scegliere la prima sede utile per il povero docente.

In fondo è un semplice esempio, ma a quanto pare sarà la dura realtà per tanti professori, i quali, dopo tanti anni di sacrifici, si troveranno a ripercorre le medesime tappe già affrontate 15 o 20 anni prima.È questa la Buona Scuola di Renzi? Questa si chiama solo ingiustizia!