La data del 27 aprile 2016 era molto attesa dai diplomati magistrali in quanto si riuniva il Consiglio di Stato in adunanza plenaria per esaminare la questione dell'ingresso in Gae di questa categoria di docenti della Scuola. Si tratta della prima pronuncia nel quadro di un calendario che il giorno 17 maggio conoscerà anche quella della Corte Costituzionale sui 36 mesi di servizio. I diplomati magistrali mantengono il diritto ad entrare nelle Gae in base all'ordinanza dei giudici di Palazzo Spada, in accoglimento del ricorso n. 9102/2015, emettendo l'ordinanza n.1/2016 che è già disponibile in rete sul sito della Giustizia Amministrativa.

La rappresentanza dei coordinamenti dei precari

Nel corso della seduta sono intervenuti anche i legali in rappresentanza delle varie sigle di associazioni di coordinamento dei precari quali La Voce dei Giusti, il Mida Precari, Adida, Azione Scuola e Anief. Quanto decretato in sede di adunanza plenaria riveste un carattere di importanza assoluta perché conferma e sancisce definitivamente l'orientamento della giustizia amministrativa sulla questione dell'ingresso nelle Gae dei diplomati magistrali ante 2001/2002. L'ordinanza emessa dal Consiglio di Stato riunitosi inadunanza plenaria rappresenta sicuramente un precedente storico di straordinaria importanza che giustifica la contestazione della non ereditarietà della situazionein ordine al precariato scolastico.

Uniformità delle decisioni

Si attende ora l'allineamento di posizione anche da parte della giustizia ordinaria che, in troppi casi, è stata difforme sul territorio nazionale. In contrasto ai respingimenti dei diversi tribunali del lavoro appare quel caso in cui il Miur è sceso a patticon due ricorrenti immettendoli in Gae a pieno titolo in seguito alla proposizione di un ricorso d'urgenza presentato all'epoca del piano straordinario di assunzioni.

Vero è che l'ordinanza del CDS rimanda al TAR per la sentenza di merito, ma l'ottimismo dimostrato dai legali presenti alla seduta del 27 aprile scorso giustifica qualcosa di più di una semplice speranza.