Presto il governo farà dietrofront sul divieto di usare gli smartphone in classe. Lo ha annunciato il sottosegretario del ministero dell'Istruzione Davide Faraone. L'uso degli smartphone a Scuola ha spesso provocato reazioni contrastanti tra gli addetti ai lavori. Ne è consapevole il governo, come ha detto a La Stampa lo stesso Faraone, ma questa marcia indietro del governotrova la sua giustificazione nel contrasto al “cyberbullismo” e nell'aiuto alla didattica. Questo divieto era previsto in una vecchia direttiva del 2007 del Miur che a distanza di 9 anni diviene un controsenso rispetto ai nuovi indirizzi.

La scuola del futuro ha bisogno di tablet e telefonini durante le lezioni.

Una misura che favorisce i disabili

Nell'esporre il futuro provvedimento lo stesso Faraone aggiunge un altro motivo che ha suggerito di rimuovere questo divieto. Per spiegare meglio il concetto menziona il caso della figlia disabile che grazie allo smartphone e all'uso di Whatsapp riesce a comunicare meglio col padre. Tutti gli studenti disabili potranno trarre giovamento dall'abbattimento delle barriere alla comprensione. Per chi ha difficoltà nella concentrazione e nell'apprendimento, conclude il sottosegretario, l'uso del cellulare rappresenterà un valido aiuto, specialmente in considerazione della fatica uditiva mostrata dai disabili.

No Luddismo

I tempi cambiano e le norme si adeguano al passo; con l'avvio del piano digitale una considerazione appare d'obbligo: le misure che fanno bene alla scuoladevono essere regolamentate. Se da un lato vietare completamente l'uso dei cellulari è una misura “luddistica”, rappresentando il rimedio estremo nella lotta al cyberbullismo e alle forme di violenza psicologica sfociate in gesti estremi spesso riportati dalla cronaca nera, dall'altro lato si può anche insegnarne un uso consapevole e limitato, nel rispetto dell'autonomia decisionale delle scelte didattiche di quei docenti che dall'uso delle tecnologie sanno trarne vantaggio in termini di rendimento scolastico.