La manovra finanziaria o Legge di Bilancio ha completato il suo naturale e consueto iter. Con la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 21 dicembre, la manovra è definitiva. Tutti i provvedimenti e le misure contenute nei suoi articoli entreranno in vigore dal 2017 e saranno preceduti dai classici decreti attuativi. Tra i temi più importanti trattati, le Pensioni sono state oggetto di un pacchetto di misure che cambiano grosso modo la previdenza italiana, a partire dalla flessibilità in uscita. Ecco i punti salienti sul tema pensioni presenti in Legge di Bilancio.

Via dal lavoro a 63 anni

Flessibilità in uscita era la richiesta che il mondo lavorativo girava alla manovra. La risposta del Governo è stata l’APE, l’anticipo pensionistico, autentica novità previdenziale che entrerà in vigore dal 1° maggio 2017. Entrano per la prima volta nel sistema le banche e le assicurazioni. La pensione erogata a partire dai 63 anni (l’uscita è lasciata a discrezione del pensionato) con almeno 20 di contributi (APE volontario) viene erogata dall’INPS, ma finanziata dalle banche. Il pensionato diventa debitore nei confronti della banca per tutto quanto percepito in anticipo, per gli interessi e per le spese assicurative. Terminato l’anticipo e raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, 66 anni e 7 mesi , inizierà la fase di restituzione del prestito, co trattenute mensili sulla pensione e per 20 anni.

Nella versione assistenziale di APE invece, il debito contratto verrà coperto dallo Stato. L’APE agevolata sarà appannaggio di soggetti disagiati, come i disoccupati che da tre mesi sono senza ammortizzatori sociali. Stesso trattamento riservato a invalidi con almeno il 74% di disabilità accertata o con disabili a carico. In questi casi, i contributi necessari diventano 30 anni.

Agevolati anche coloro che svolgono mansioni gravose e logoranti, edili e maestre di asilo in prima fila (sono 11 le categorie), con almeno 36 anni di contributi. Si tratta di un sussidio, un modo per accompagnare persone in difficoltà alla pensione. L’APE sarà erogata per 12 mensilità, non è tassabile e non può essere reversibile.

Cumulo, minime e RITA

Con gli stessi requisiti dell’APE, sarà possibile richiedere la rendita integrativa anticipata, conosciuta come RITA. Per integrare il reddito fino alla pensione, il lavoratore che versa nella previdenza complementare potrà scegliere di riceverla, tutta o in parte anticipatamente tramite rendita mensile. Interventi sulle minime sono l’estensione della quattordicesima fino a pensioni da 1.000 euro al mese e l’aumento di importo della stessa per chi già la percepiva in questi anni. Estesa anche la No Tax Area. In pratica niente tasse per i pensionati con redditi fino ad 8.000 euro all’anno e senza limiti anagrafici. Nel 2017, per chi ha carriere discontinue e versamenti in casse previdenziali diverse, via libera al cumulo gratuito dei contributi.

In pratica, si potranno riunificare i contributi versati in diverse casse, senza pagare la ricongiunzione onerosa come era prevista fino ad oggi e con assegno pagato pro quota da ogni cassa e con le proprie regole.

Precoci, esodati, donne e usuranti

Per i lavori usuranti, niente ampliamento del perimetro di concessione della pensione a 61 anni e 7 mesi. La novità riguarda l’abolizione delle finestre mobili, con pensione che decorre dal giorno in cui si raggiungono i requisiti. Quota 41 per i precoci invece è il parallelo dell’APE social applicato a chi ha un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età. A prescindere dall’età anagrafica, con 41 anni di versamenti si potrà lasciare il lavoro se disabili, disoccupati o in attività gravose (in perfetto stile APE).

Opzione donna vien estesa a chi ha compiuto 57 anni e 3 mesi di età entro il 30 luglio 2016, con 35 anni di contributi centrati il 31 dicembre 2015. Infine, ad altri 30.700 esodati, senza pensione e senza lavoro viene concesso di andare in pensione con le regole precedenti la Fornero, grazie all’ottava salvaguardia.