Si preannuncia un 2018 ricco di difficoltà di uscita da lavoro per la pensione anticipata o per le Pensioni di vecchiaia Inps per le donne lavoratrici. Il nodo dell'aumento dell'età di uscita per le pensioni sarà proprio oggi, 13 settembre 2017, al centro dell'incontro tra il Governo ed i sindacati. Si parlerà delle nuove ipotesi di pensione anticipata con Ape social e alleggerimento dei requisiti di accesso al canale di anticipo pensionistico. Ma, sullo sfondo, resta il nodo dello scalone in arrivo per le donne lavoratrici del settore privato: dal 1° gennaio 2018, infatti, rispetto al 2017, l'uscita per la pensione di vecchiaia Inps aumenterà di un anno, passando dai 65 e sette mesi validi fino al 31 dicembre prossimo, ai 66 e sette mesi, al pari degli uomini del privato e delle donne e uomini impiegati come statali.

Uscita pensioni anticipate e vecchiaia Inps 2017: nel 2018 poche donne in pensione

In buona sostanza, pertanto, poche donne nel 2018 potranno andare in pensione di vecchiaia Inps, mentre per la pensione anticipata occorrerà avere i requisiti giusti. Infatti, considerando che i lavoratori e le lavoratrici della classe 1952 sono già andati in pensione nel 2016, le donne del 1953, sia per lo scalone del 2018 (1 anno in più) che per il probabile adeguamento dell'età di uscita relativo alle pensioni anticipate e di vecchiaia del 2019 (5 mesi in più per tutti), potranno andare in pensione solo nel 2020. Solo nel caso in cui si blocchi l'adeguamento delle pensioni alla speranza di vita che sarà discussa dal Governo Gentiloni durante questo autunno, la prima data utile per l'uscita delle donne nate nel 1953 sarebbe a partire da luglio del 2019.

Sempre in tema di pensione di vecchiaia Inps, l'uscita nel 2018 sarà possible alle donne che lavorino come autonome: infatti, l'incremento dell'età di uscita previsto dal prossimo 1° gennaio è di sei mesi (passando dagli attuali 66,1 ai 66,7).

Pensioni anticipate e Inps 2017, ultime novità requisiti uscita Ape donna

Qualche speranza in più di uscita nel 2018 ce l'hanno le donne nate nel 1953 che abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata.

Infatti, fino a tutto il prossimo anno, saranno necessari 41 anni e dieci mesi di versamenti, mentre dal 2019 potrebbero essere richiesti 5 mesi in più di contributi alla stregua dell'aumento dell'età per le pensioni di vecchiaia Inps (e anticipate del sistema contributivo). Difficoltà di uscita, pertanto, che sono sotto gli occhi di tutti, tanto è vero che Governo e sindacati sono alle prese con la discussione delle possibili ipotesi di ridurre i requisiti richiesti.

Tema centrale delle proposte sono gli sconti sulle pensioni anticipate con Ape social: oltre ai classici requisiti validi dal 2017, infatti, si sta valutando la possibilità di bonus di versamenti per le donne che abbiano avuto figli (6 mesi di contributi abbuonati per ogni figlio). L'idea, in ogni modo, non piace a Tito Boeri, Presidente dell'Inps, che ieri ha parlato dei possibili rischi di queste ipotesi. Innanzitutto si tratterebbe di discriminare le donne che non abbiano figli. E, in secondo luogo, si condannerebbero le donne a percepire assegni miseri per tutta la durata della vita in nome di uscite con pensioni anticipate che sembrerebbero più delle "scorciatoie".